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L’UOMO E IL DIALOGO SULL’AMORE : RILEGGENDO PLATONE.

Nel “Convito”, il dialogo sull’Amore, Socrate riferisce di un suo dialogo con Diotima ( l’amata dagli Dei) di Mantinea . La donna che gli insegnò la “maieutica” ovvero l’arte di disvelare agli uomini, con domande opportune , le verità che avevano in sé e che ignoravano di avere.
Diotima , a un certo punto fa una interessante osservazione:La ragione prima dell’amore è che il mortale cerca di vivere sempre,di essere immortale; e ci riesce solo con la generazione perché è quella che lascia un altro e giovane in luogo del vecchio.
Poco oltre aggiunge:Che l’uomo resta sé stesso pur cambiando nel corso della vita. Perciò in lui ogni parte che va via o invecchia lascia un’altra
nuova e a sé somigliante. Ecco dunque che il mortale partecipa dell’immortalità generando. Ecco perché ogni animale ha amore per il suo germoglio. E’il desiderio di immortalità che rende i mortali così amorosi e attenti verso il suo germoglio.
Detto in altre parole :l’individuo partecipa dell’immortalità attraverso la sopravvivenza della specie che si regge sulla mortalità dell’individuo.
Perché dunque i giovani oggi si astengono dal generare?
La spiegazione economicistica non regge. In tempi ancor4a più difficili di quelli attuali le famiglie crescevano.
La ragione fondamentale è la sfiducia nel futuro. Perché generare se il mondo va verso il baratro ? Ecco uno dei motivi fondamentali .
L’altro e conseguente è di natura culturale :Il rifiuto della genitorialità come assunzione di responsabilità verso la progenie , Il rifiuto di impegnarsi ad essere amorevoli e attenti verso i propri germogli , come dice Diotima,perché comporta impegno e sacrificio . Ciò contrasta con le regole di un mondo che si regge sull’individualismo . Io vengo prima di tutto e crolli pure il mondo .
Il rifiuto della immortalità attraverso la continuità della specie ma non la consapevolezza che la mortalità è il limite più importante dell’individuo.
Le prediche sono inutili .Ormai la generazione che ha deciso di rinunciare non modificherà atteggiamento . I / le trentacinquenni /quarantenni che continuano a sentirsi ragazzi/e hanno perso l’entusiasmo di genere. Avranno vecchiaie solitarie e tristi ma non lo sanno. Possiamo salvare le nuove generazioni e far ritrovare ad esse l’aspirazione alla immortalità attraverso l’educazione e la definizione di una società il cui carattere sia l’uguaglianza e la garanzia del futuro . Questo sarebbe compito della politica . Per farlo bisogna capire che politica non è campagna elettorale permanente ma assunzione di scelte e responsabilità. Sarà possibile ?
Sei protagonisti saranno ancora forze di corto respiro e incapaci di pensare in grande qualche perplessità permane. Ma. come dice il poeta la Speranza è l’ultima a morire .

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