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Manovra, le nuove tasse alleggeriranno le tasche dei contribuenti di 2 miliardi nel 2020, 4 nel 2021

La Manovra è stata “bollinata” dalla Ragioneria dello Stato: la nuova versione della legge di Bilancio verrà a breve inviata in Parlamento. Il testo è composto da 119 articoli. Uno dei primi interventi riguarda “la sterilizzazione delle clausole Iva”.

Le nuove tasse introdotte con la Manovra, tra le quali svetta la plastic tax, e la stretta fiscale che riguarda le auto aziendali, aumenteranno nel 2020 il prelievo fiscale per oltre 2 miliardi. Ma l’anno successivo l’incasso raddoppia a oltre 4 miliardi perché il gettito della plastic tax sale a 2,2 miliardi e arriva l’effetto della a stretta sulle agevolazioni fiscali legate solo ai pagamenti con la carta. Quest’ultima norma alleggerirà la tasche dei contribuenti di circa 868 milioni. Lo prevedono le tabelle di sintesi allegate al testo della Legge di Bilancio.

Sale a 16,3 mld ricorso al deficit nel 2020 – Stando alla tabella finale di sintesi della Legge di Bilancio, nella quale sono indicati gli effetti complessivi delle misure ai fini dell’indebitamento netto, la Manovra farà ricorso ad un maggior deficit per un valore di 16,3 miliardi nel 2020, di 12,7 miliardi nel 2021 e 10,5 miliardi nel 2022. L’impatto è leggermente superiore a quanto stimato con il Draft Budgetari Plan che non superava i 16 miliardi. Le altre misure della Manovra, che il governo aveva stimato valere sui 30 miliardi, hanno invece una copertura “interna”.

Bonus a 440mila bebé, la metà sono secondi figli – Circa un terzo dei beneficiari del bonus bebè riceverà il massimo dell’assegno, 160 euro al mese, perché il nuovo nato arriverà in famiglie con Isee sotto i 7mila euro. E’ quanto emerge dai calcoli della relazione tecnica alla legge di Bilancio. I nuovi nati del 2020 vengono indicati in 440mila di cui 140mila in famiglie povere. La metà degli assegni sarà comunque maggiorato del 20% perché andrà a figli dal secondo in poi.

Resta cedolare secca al 10%, allo Stato costerà 200 milioni – Sempre stando alla relazione tecnica, mantenere al 10% e non portare al 15% la cedolare secca sugli affitti a canone concordato determinerà per lo Stato una perdita di gettito di 200 milioni di euro nel 2020, di 223 milioni nel 2021 e di 212 milioni nel 2022. Nella tabella si stima che, sulla base delle dichiarazioni dei redditi del 2018, nel complesso la base imponibile legata alla cedolare secca per immobili a canone concordato sia di oltre 4,2 miliardi di euro.

330 mln da aumento tasse su auto aziende – Il gettito previsto dallo Stato con l’aumento delle tasse sulle auto aziendali sarà di 332 milioni di euro nel 2020. Salirà fino al 2022, quando raggiungerà i 378 milioni, e poi comincerà a scendere, arrivando a 360 milioni nel 2026. Secondo i dati della relazione tecnica allegata alla Manovra, i veicoli immatricolati nel 2018 e intestati a partite Iva sono 840mila: per circa 43mila di questi la tassa passa dal 30% al 100% e per circa 754mila passa al 60%. La relazione ricorda comunque, che circa il 25% delle auto individuate è escluso dall’aumento perché è in suo a rappresentanti.

Da Comuni a regioni, rinnovo costa 2,5 mld – I 3 miliardi e 175 milioni per il rinnovo del contratto degli statali, che entrerà a regime nel 2021, corrispondono ad aumenti in busta paga del 3,5%. Quello per il settore non statale, compresi Comuni ed enti locali, vale 2,53 miliardi, sempre a regime, di cui dovranno farsi carico i bilanci dei territori. La somma totale per il rinnovo di tutto il pubblico impiego, quasi 3,3 milioni di dipendenti, ammonta così a 5,7 miliardi di euro. E il rialzo del 3,5% vale anche per la sanità.

Stretta su partite Iva vale 824 mln 2021, 568 nel 2022 – La stretta sul forfait al 15% per le partite Iva vale 894 milioni nel 2021 e 568 milioni nel 2022. Il paletto più “pesante” è quello sul divieto di cumulo per chi ha altri redditi da lavoro dipendente o assimilati superiori a 30mila euro, che vale 593,8 milioni nel 2021 e 350 milioni nel 2022. Con lo stop alla flat tax sopra i 65mila euro che doveva scattare dal 2020, invece, lo Stato “risparmia” 154 milioni nel 2020, ma ben 2,5 miliardi nel 2021 e 1,5 miliardi nel 2022 quando la norma sarebbe dovuta entrare a regime.

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