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MAROTTA.”CREDO CHE NEL PD ABBIAMO BISOGNO DI FIATO E GAMBE PER UNA CORSA DOVE GIA’ PARTIAMO SVANTAGGIATI.”

Che paura: il congresso!

Ho letto e continuo a leggere dichiarazioni di parte del gruppo dirigente del PD napoletano restandone disorientato.
Più o meno dicono questo: ripartiamo dai territori, dalle idee dei circoli e chiediamo ai coordinatori di parlarcene in Federazione.
Grosso modo un “al bando le tessere”…
E quindi, mi pare di capire, che mentre Renzi e il PD nazionale vanno in una direzione che, presumibilmente, sarà quella del tesseramento spinto, del mostrarsi a viso aperto sui territori, del percorrere palmo a palmo le strade di città, quartieri, province, dell’aprire senza remore il partito alla giusta e sana “competizione” congressuale, il gruppo dirigente territoriale fa un appello contrario, un appello all’isolamento, un appello a parlare, finalmente.
Quasi a dire che la sconfitta che da sette anni ci portiamo dietro, sistematicamente ad ogni elezione e con la sola eccezione delle ultime Regionali, sia, di per sé, figlia di un mutismo locale e non di una sordità centralizzata.
Ma di cosa si ha paura?
Se ci fosse la convinzione di aver bene lavorato allora dovrebbe essere naturale il bagno tra gli iscritti, il confronto, la battaglia a suon di mozioni.
Un confronto vero.
Per (ri)partire
Realmente.
Ed invece qui avviene il contrario.
O almeno così si dice di voler fare.
Si chiede ai circoli di produrre proposte, idee, istanze.
Ma per fare o garantire cosa?
L’autoconservazione della specie?
Una conta tutta centralizzata?
Permettere ai vari potentati di turno di portare ancora una volta, sul tavolo delle spartizioni correntizie, i feudi da loro assoggettati?
Personalmente non credo si abbia bisogno di idee salvifiche, quanto piuttosto di interpreti credibili.
E per fare questo occorre legittimazione, senza rendite di poszione.
Vorrei fosse chiaro che il prossimo gruppo dirigente provinciale dovrà avere tempo e passione per incalzare un’Amministrazione comunale già proiettata ad una doppia campagna elettorale, regionale con De Magistris e comunale con un candidato sindaco che, con ogni probabilità, sarà la giovane consigliera/assessora Alessandra Clemente.
La più votata alle ultime amministrative, simbolo dell’anticamorra militante, che, suo malgrado, nella settima municipalità, dove più forte dovrebbe essere il suo messaggio, raccoglie si e no cento voti.
Costringendo il machiavellico LDM ad arruolare la peggio destra cosentiniana che manco più Forza Italia si era caricata…
Ennesima contraddizione tra le contraddizioni…
E noi democratici cosa proponiamo?
Di ascoltare?
Credo, in tutta franchezza, che il tempo dell’ascolto sia già bello che andato.
Oggi servono fiato e gambe per una corsa in cui già partiamo svantaggiati.
Occorre capire che il nuovo segretario provinciale avrà il compito, probabilmente, di sfidare gli avversari, questi avversari, al prossimo turno elettorale entrando in prima persona nel vivo della campagna elettorale cittadina.
Altrimenti correremo il rischio, per l’ennesima volta, non solo di averci capito poco o niente, ma di aver dover affrontare la sfida del comune con la certezza, ancora una volta, di non poter arrivare al ballottaggio.

MAURO MAROTTA

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