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Marta Magnano: “La mia casa è una barca a vela. Rimpianti? Non averlo fatto prima”

Da oltre un anno e mezzo la sua casa è una barca a vela di 10 metri (“Churingas”), ormeggiata a Cagliari, la sua città. Frequenta poco case e locali. Su Instagram e Facebook ha migliaia di follower italiani e internazionali che seguono sognanti le sue avventure in mare. E’ la storia di Marta Magnano, studentessa di Medicina vicina alla laurea e istruttrice di vela. “Ci pensavo da anni, ma credevo di non potermi permettere una barca. Invece, dovendo lasciare l’alloggio che condividevo con altri studenti, sono entrata per gioco su un portale di barche usate e ho scoperto che in realtà costano poco se paragonate a una casa. Inoltre, il costo dall’ormeggio è addirittura inferiore all’affitto che pagavo per una camera”. E così, nel gennaio 2019, si è trasferita: “Ho imparato che vivere in barca non ha prezzo. Non tornerei mai indietro, sono felice. E’ una scelta di vita che obbliga all’essenziale, ma che permette di apprezzare le cose semplici in un mondo che ci ha insegnato a barattare la felicità con le cose materiali”.

E’ stato difficile inizialmente? 

Mi sono presa del tempo per conoscere la barca, fare lavori e metterla in sicurezza. Ma non è mai stato difficile. Anzi, una volta che ho iniziato a viverci l’unico mio rimpianto era non averlo fatto prima.

Vivere in barca sembra un sogno irrealizzabile. Invece può essere alla portata di tutti?

Assolutamente. Io sono nata regatante e pensavo che la barca a vela fosse “da ricchi”. Speravo di arrivare ad avere un lavoro sufficientemente dignitoso che mi avrebbe permesso, in futuro, di acquistare una barca. Invece, poi ho scoperto che si può fare anche con i budget ridotti che può avere una studentessa universitaria come me. E racconto la mia esperienza proprio per dare speranza a tante persone che magari hanno lo stesso desiderio ma anche la falsa convinzione che avevo io.

In proposito, la tua pagina Facebook “Marta Magnano-Boat Sweet Boat” e la tua pagina Instagram sono seguitissime. Che messaggio vuoi trasmettere attraverso i social?

L’amore per il mare e l’importanza di condurre uno stile di vita che renda felici e faccia apprezzare le piccole cose. Nel costruire la società, abbiamo finito per barattare la nostra felicità con degli oggetti materiali. Gli oggetti materiali richiedono tanto spazio e tanti soldi. E necessitano di impegno sul lavoro. Tanto lavoro porta stress e stanchezza. E questo non fa altro che allontanarci da ciò che ci fa stare veramente bene, da ciò che ci rende felici. Ecco, la barca è una scelta di vita. Non ti priva di niente, perché poi ti accorgi che quello che avevi non era necessario, ma superfluo.

Ed è proprio come rappresentante del mondo social della vela che sei stata invitata alla 60esima edizione del Salone Nautico di Genova, il più importante d’Europa e del Mediterraneo. 

Esatto, è stata un’opportunità unica e un’emozione essere “premiata” per l’attività di promozione della vela che svolgo quotidianamente.

Sogni di unire le due passioni della tua vita: la medicina e il mare?

L’idea che ho di medicina è una medicina che punti alla prevenzione. Il lavoro vero del medico dovrebbe essere far sì che le persone rimangano in salute, non solo curarle quando ormai è troppo tardi. Conoscendo le potenzialità che offrono mare e vela in questo senso, cercherò in futuro di far sì che vengano utilizzate come fonti di benessere e di prevenzione e poi anche di terapia prima ancora di arrivare a quella farmacologico-chirurgica.

Progetti futuri?

Avere una barca in cui vivere, per me, è solo l’inizio. Il mio sogno è fare il giro del mondo in barca. Scoprendo le varie terre, le tradizioni, le culture ed esplorando anche le zone meno turistiche. Però, non esiste giro del mondo se prima non si inizia con casa. E, infatti, sto progettando un giro d’Italia. Ho intenzione di visitare ogni Regione, fermandomi nei vari posti e mostrando tutto sui social per promuovere il territorio italiano, un patrimonio inestimabile. Anche in questo caso, dimostrerò che è possibile farlo con pochi soldi.

Come ti vedi tra 10 anni?

Spero dispersa in qualche parte del mondo.

Se un giorno dovessi avere una famiglia la tua vita la immagini comunque in barca?

Assolutamente. La persona che mi starà accanto sarà sicuramente qualcuno che condividerà la mia scelta di vita.

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