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MITI DI NAPOLI: STORIA DEL QUARTIERE DEI PONTI ROSSI

I Ponti Rossi sono una vasta zona di Napoli che va dal Parco di Capodimonte, fino a Piazza Grande tramite Via Ponti Rossi.

Nota fin dai tempi dei romani che apprezzavano la fertilità del territorio, ha ospitato un tratto dell’acquedotto di epoca claudia in tufo e laterizi rossi (da cui deriva il nome).

Questa zona nel Medioevo era chiamata “la vela”, poi prese il nome di “campo dei nostri”, poi di “Archi di mattoni” e, quindi di “Ponti rossi” per il colore dei mattoni, come detto in precedenza.

In seguito,  don Pedro di Toledo, un benefattore della città, come potrete leggere negli altri articoli sin qui pubblicati, a volerne la ricostruzione. Il Vicerè diede incarico ad uno studioso, tale Antonio Lettieri, di presentargli un progetto di restauro.

Lo studioso accertò che l’acquedotto, alimentato dalle sorgenti dell’ Acquara nella valle del Sabato, cioè nella città di Serino, era lungo 43 miglia fino a Napoli e 50 fino a Baia. Attraverso altre condotte l’acqua del Serino veniva portata anche a diversi paesi, fino a Sarno, Nola e Pompei.

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