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NAPOLI , IL FORO “CAROLINO “: STORIA DI PIAZZA DANTE

È una delle piazze più importanti della città. Stiamo parlando di Piazza Dante laddove ci si affaccia percorrendo Via Toledo da Piazza del Plebiscito. L’attuale aspetto della piazza è solo il frutto di una trasformazione nel tempo del progetto originale del grande architetto Luigi Vanvitelli che, tra il 1757 e il 1765, realizzò su commissione di Carlo di Borbone il “Foro Carolino”. L’ubicazione fu stabilita nell’antico “Largo Mercatello” dove fino ad allora erano ospitati i mercati e gli scambi commerciali. Nell’immagine è riportato il progetto originale del Vanvitelli dal quale è possibile immaginare quale sia stato l’aspetto originario dello slargo. Quello che oggi é conosciuto come “Convitto Nazionale Vittorio Emanuele” era dunque un monumento architettonico celebrativo del sovrano borbonico che nel 1871, a seguito dell’Unità d’Italia, subì il cambio toponomastico da “Foro Carolino” a Piazza Dante; se ne cancellarono così le tracce borboniche apponendovi al centro dell’emiciclo una statua in marmo bianco del poeta Dante Alighieri, scolpita da Tito Angelini, che giustificò il cambio di nome a sfondo filo-savoiardo, sul cui basamento si legge “All’unità d’Italia raffigurata in Dante Alighieri”. Incancellabile è però il grande emiciclo monumentale ad esedra, tangente le antiche mura aragonesi, che ingloba la seicentesca Port’Alba già eretta dal vicerè spagnolo Don Antonio Alvarez de Toledo, duca d’Alba. Sulle ali dell’edificio è tuttora possibile ammirare ventisei statue ornamentali che rappresentano le virtù di Carlo III. Quattro di queste furono scolpite da Giuseppe Sammartino, scultore napoletano autore anche del meraviglioso “Cristo velato” nella Cappella Sansevero. Al centro, un’imponente nicchia che avrebbe dovuto ospitare una statua equestre del grande Re Carlo posta su una scalinata ad altare. Fu però realizzato solo il calco in gesso che venne distrutto durante i moti della Repubblica Napoletana del 1799 prima che potesse partorire la statua in marmo o forse in bronzo. In quel punto fu posta una statua di Napoleone I che venne abbattuta al ritorno dei Borbone. Sopra la nicchia centrale, rimasta quindi vuota, fu realizzata una piccola torre recante un vistoso orologio. La nicchia stessa fu forata per realizzare l’ingresso di un istituto religioso trasformato poi in convitto.La piazza è stata ridisegnata, ristrutturata e riarredata da Gae Aulenti in occasione dei lavori per la metropolitana, conclusi nel 2002 che hanno generato molte polemiche. L’utilizzo della pietra lavica etnea in luogo di quella vesuviana, la cancellazione delle aiuole, l’esiguo numero di panchine (neanche previste al principio) e le pensiline d’accesso alla stazione, completamente vetrate e sopra il livello stradale, hanno fatto storcere il naso all’opinione pubblica. Da allora la statua del poeta si trova tra i due accessi, molto lontano dal complesso architettonico.

 

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