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Navigator: il caso Valle d’Aosta agita la comunità professionale

Quanto accaduto ai Valdostani – che hanno visto non prorogato il proprio contratto da Anpal Servizi S.p.A. in ragione del completamento delle assunzioni regionali previste dal Piano di Potenziamento dei Centri per l’Impiego – è stata una vera e propria doccia fredda per la comunità professionale dei Navigator.

La doccia fredda è stata anche conseguenza della diversa formulazione della clausola contrattuale inserita nella proroga rispetto all’articolo 40-bis contenuto nella legge n. 233/2021. L’articolo, infatti, prevedeva una breve proroga di 4 mesi, la clausola contrattuale specifica invece che la stessa sarà di massimo 4 mesi, e in ogni caso sino al completamento delle procedure selettive e di assunzione del personale regionale. No, non si sarebbero di certo aspettati che questa clausola contrattuale trovasse immediata applicazione, soprattutto dopo le mille speranze e promesse che la fanfara politica dell’ultimo mese ha ignobilmente decantato.

Si è di fronte all’ennesimo trattamento riservato a circa 2.200 professionisti delle politiche attive del lavoro che in due anni e mezzo, e con tutte le difficoltà del caso, non hanno mai negato assistenza agli operatori dei CPI, ai beneficiari del Reddito di Cittadinanza ed alle imprese, e che ancora una volta sono trattati e considerati come dei semplici “tappabuchi” ai servigi delle regioni.

L’Associazione Nazionale Navigator esprime tutta la propria solidarietà e vicinanza ai colleghi della Valle d’Aosta. Questi ultimi hanno dovuto sopportare un trattamento “speciale” ed ingiusto soprattutto in relazione alle modalità e alle tempistiche che l’hanno caratterizzato. Scoprire il proprio destino con una mail a due giorni dalla scadenza dei propri contratti, senza dare nemmeno la possibilità alle sigle sindacali di poter contestare tale clausola.

È tempo di dire chiaramente che esse rappresentano il caso infelicemente straordinario di una agenzia ministeriale che: assume dei laureati, li forma e fa fare loro esperienza sul campo, per poi scaricarli con conseguente sperpero di risorse pubbliche e di un patrimonio professionale oggi più che mai necessario per l’attuazione della riforma delle politiche attive del lavoro richiestaci più volte dall’Unione Europea dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE).

Le richieste

L’Associazione chiede rispetto e dignità per questi professionisti. Soprattutto alla luce dei risultati, oramai certificati anche dalla Corte dei conti, che hanno raggiunto in due anni e mezzo di lavoro.

“E questo rispetto, Ministro Orlando, non può che tradursi nel mettere in chiaro le sue intenzioni”, dichiara A.N.NA.

L’Associazione chiede al Ministro di dire chiaramente quale futuro ha pensato per questa categoria. Considerato che è stato anche detto che la loro esperienza da Navigator sarebbe terminata, ma che le professionalità non sarebbero state disperse.

Ciò che A.N.NA., ancora una volta, e pubblicamente,  chiede al Ministro, è un incontro. Auspicando che tale richiesta non cada nuovamente nel vuoto. S’intende discutere il caso dei Navigator in qualsiasi sede nazionale, europea ed internazionale che possa rendere loro quella giustizia. Restituendo, così, quella dignità sociale, come cittadini, e professionale, come lavoratori, che da oltre due anni è oltraggiata. Senza difesa alcuna da parte del datore di lavoro come neppure delle istituzioni che pure servono e assistono con rigore.

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