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NICOLA MARRAZZO (PD): “DOBBIAMO CERCARE DI TUTELARE IL MONDO DEI CALL CENTER”

Sulla bufera che ha travolto l’azienda AlmaivA e l’ondatta di licenziamenti annunciati, e sui recenti fatti che coinvolgono la città di Napoli, l’incontro tra Renzi e Bassolino e poi il piano di risanamento di Bangoli annunciato dal premier, abbiamo deciso di parlare con Nicola Marrazzo, Consigliere Regionale in Campania eletto già nel 2005 e confermato per altri due mandati, Presidente della Commissione Attività produttive – Programmazione, Industria, Commercio, Turismo, Lavoro ed altri settori produttivi.

 

Lei ha recentemente parlato di una risoluzione condivisa da tutti i componenti della Commissione, per provvedere alla grave situazione in cui versano i lavoratori di AlmavivA. Cosa prevede, esattamente?

«Io direi innanzitutto di allargare il ragionamento sul mondo dei call center, perché il problema non riguarda soltanto AlmavivA, coi suoi 400 licenziamenti soltanto a Napoli, ma c’è anche Gepin per cui ne sono previsti altri 200. La Commissione propone una risoluzione in cui chiede al Ministero dello Sviluppo Economico la sospensione delle procedure di licenziamento, di appoggiare quanto previsto dal decreto lavori e appalti in merito alle clausole sociali contenute nel contratto di appalto, l’attivazione di tutte le procedure utili all’ottenimento degli ammortizzatori sociali e un monitoraggio delle delocalizzazioni di questo tipo di servizi, perché troppe aziende ormai partecipano a gare al massimo ribasso, fanno dei prezzi stracciati e poi quell’azienda viene delocalizzata; si capisce che una cosa sono i costi che si possono avere in Italia, e cosa ben diversa in una nazione fuori dall’Europa, o anche nel distretto europeo ma dove i costi e le tutele sono completamente diversi. Immagini un’azienda delocalizzata in Albania, o in Romania, siamo in un mondo totalmente differente».

consiglio regionale Campania

Ma tutto ciò che sta accadendo all’interno dell’azienda, c’era da aspettarselo o è stato piuttosto un fulmine a ciel sereno?

«Per chi conosce l’azienda non direi un fulmine a ciel sereno, perché quando si fanno delle gare d’appalto e non si prevede all’interno del capitolato d’appalto la permanenza e la localizzazione in Italia dell’azienda stessa, questo può accadere. Perciò noi dobbiamo cercare di tutelare questo mondo, quello dei call center. Non è che domani mattina andrà in crisi e si cancellerà, perché il mondo dei call center è strettamente legato ai grandi gruppi. La cosa grave è se poi le grandi aziende a partecipazione statale consentono queste cose. Immaginare che dalla sera alla mattina 600 persone, e quindi 600 famiglie potrebbero finire in mezzo alla strada non è certamente piacevole».

Potrebbero esserci scioperi e manifestazioni qui a Napoli, e nelle altre città dove sono previsti i licenziamenti da parte di AlmavivA. Lei poco fa aveva invitato tutte le parti ad abbassare i toni.

«Penso che i lavoratori debbano fare il loro percorso, e se questo prevede un presidio per mantenere alta e viva l’attenzione sul problema dei licenziamenti AlmavivA, per me fanno bene. Ovviamente mi auguro che lo facciano rispettando i canoni della legalità. L’invito ad abbassare i toni l’ho fatto pochi giorni prima della Commisisone, perché c’erano state attività sindacali che avevano probabilmente creato qualche tensione, per cui l’azienda minacciava di non sedersi né al tavolo della Commissione né ad altri: perciò l’invito era a mantenere i toni bassi per tentare di affrontare in modo sereno e adeguato la vera difficoltà».

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C’è stato un incontro in questi giorni tra Renzi e Bassolino. Si può dire che qualcosa si stia ricucendo all’interno del PD?

«Per quanto ne sappia, Bassolino ha dichiarato che darà il suo contributo per rafforzare la presenza del PD sul territorio, e di liste civiche non se ne parla. L’incontro tra Renzi e Bassolino secondo me poteva essere tempestivo, perché farlo quando ormai, come si dice qui a Napoli, le “giarretelle erano rotte”, poi resta da rimettere insieme i cocci. Ma credo che alla fine Bassolino non farà nulla che possa andare contro questo governo. Lui ha una storia all’interno del partito, è una persona ragionevole, e ha bisogno di rispettare anche la sua propria storia».

E del piano che Renzi ha annunciato, a proposito di Bagnoli? Sembra si possa ben sperare.

«Credo che su Bagnoli nessuno possa alzare la voce, perchè se dopo trent’anni abbiamo ancora una situazione del genere, come classe dirigente dovremmo fare un mea culpa. Con la presenza di Renzi a Napoli e la capacità del governo di investire nel mezzogiorno, si direbbe che Bagnoli possa essere una di quelle scommesse che, una volta vinte, diventerebbero il fiore all’occhiello. Dopo tutti questi anni, è arrivato anche il momento».

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