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NICOLA MONTANINO: “LA POLITICA NON DEVE FARE PROMESSE MA ADEMPIERE AI SUOI DOVERI”

monMeno due giorni al match finale. Gli elettori campani sono chiamati alle urne e la tensione sale. Anche per Nicola Montanino, candidato al Consiglio Regionale, circoscrizione Napoli e provincia,  con il Centro Democratico, nonostante il suo curriculum vanti un’esperienza decennale in ambito politico. Classe 1953, sposato, con 3 figli. Già Sindaco e Assessore alle Politiche Sociali di Palma Campania, paese d’origine in cui vive. Dal 2007, Responsabile dell’Azienda Turismo di Maiori. Si racconta a Linkabile.

Perche crede di meritare il voto degli elettori campani?

Meritare? Credo di meritarlo perché la mia vita politica parla di un’esperienza costruita passo dopo passo negli anni con amore, dedizione, impegno, costanza e volontà. Ho sempre vissuto nel territorio, immerso più di tutto nelle sue problematiche, nelle sue denunce, nella sua gente. Questo credo possa essere un piccolo vantaggio: conoscere le istanze, la voce, le domande della mia terra per farmene portavoce consapevole ed attento.

Il suo slogan elettorale recita “Ripartire”: da cosa? Da chi? Quando?

C’è un significato importante. Vuol dire fare uno, due passi indietro fino a riprendere tutti coloro che sono rimasti fermi. Da cosa? Dal turismo, dalle politiche sociali, dai territori, dalla sanità, dai trasporti. Da chi? Dalla mia gente. Dai giovani, motore del mondo, dai lavoratori, dai disoccupati, dai cittadini onesti della mia Regione. Quando? Dal 1 giugno 2015.

Cosa promette alla gente che le darà fiducia?

Promettere? È un verbo che non m’appartiene. La politica non deve fare promesse, ma adempiere ai suoi normali doveri. Siamo lavoratori al servizio della comunità, della nostra comunità. Auspico che chiunque avrà l’onere e l’onore di sedere sullo scranno del “potere” si senta prima di tutto un normale cittadino, lontano da piedistalli  e che ogni giorno scenda tra le persone per ritrovarcisi.

Qual è il bilancio della sua campagna elettorale?

 Al di là di risultati, di numeri, voti, preferenze, che Domenica decreteranno “vittorie” o “sconfitte”, posso dire di esser felice. Ho incontrato persone che mi hanno regalato molto in questo lungo percorso, e penso di aver dato un pizzico anche io. Si chiude una campagna elettorale in cui ho sviluppato  valori che mi accompagnano nella vita sin da sempre. Ho agito, pensato e voluto per il solo bene della mia comunità. Ricordo con po’ di emozione le manifestazioni tenutesi nel mio paese: dalla presentazione del libro Ri-partire dalle periferie di Padre Domenico Rizzuti, dove si è parlato di riscatto, di merito, di recupero, in una sala gremita, ammaliata da un gesuita ottantenne di Scampia che predica e razzola bene, al  convegno sulla “Terra dei fuochi”, dramma tutto Made in Campania, che ci imprigiona in un sottilissimo limbo. Ad intervenire con professionalità e la solita passione che lo contraddistingue il Professore Antonio Marfella, oncologo, eccellenza napoletana. Se guardo indietro, in fondo posso solo che vedere tante soddisfazioni. E, senza retorica, dico che le strette di mano della gente che spera di poter credere in me è conquista che mi rende nonostante tutto, comunque vada, “vincitore”.

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