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“Non abbraccio da un po’” – IL FILM CHE MI HANNO OBBLIGATO A VEDERE

Ho sempre odiato i film dell’orrore. Non so, non mi sono mai piaciuti. Nonostante io sapessi che in quei film il bene vinceva sempre sul male, evitavo di vederli.

Odio  il sentimento della paura. Già perché la paura è un sentimento vero e proprio che ne innesca altri.

Son stato costretto a vederlo questo film e come un vortice mi ha risucchiato al suo interno, insieme alla mia vita.

E’ strano questo film. Mi ricordo di un me stanco, svogliato. Al mattino non volevo andare a scuola, poi crescendo non volevo andare a lavoro. Poi quel lavoro l’ho perso e ho cercato un’occasione per crearmi un futuro.  Ed ora il futuro cos’è?

Mi lamentavo del caffè troppo freddo e del fatto che l’acqua del mare quel giorno non era proprio pulita…

Litigavo con mamma da adolescente perché mi raccomandava di tornare presto la sera, ora non lo fa più e non perché sono grande.

“Non abbraccio da un po’, non avrei pensato di dirlo. Mi fa strano anche scriverlo. E non voglio nominarlo questo mostro perché penso che così facendo riesco a depotenziarlo. Ma no, non è così.

La vita è cambiata così, un giorno mentre guidavo la macchina o mentre parlavo ad un amico. Stava cambiando tutto e noi non lo sapevamo.

Un film dove gli attori non possono scegliere di rifare le scene, vietato sbagliare.

Ho un po’ paura, ma ho deciso che a mamma non lo dirò. Così un giorno la incontro nel corridoio e sorridendo le dico: “ Sai, un giorno ti abbraccerò per un’ora”.

Lei mi guarda, si morde il labbro superiore. Sorride. Mi basta questo. Indossa la mascherina e mi chiede se mi andasse di andare a fare la spesa con lei.

In realtà non mi va, ma sento troppe cose in TV. Io di questo film sono TERRORIZZATO.

Provo a fare qualcosa, provo a spiegare alle persone che non ho pagato per vedere questo film, che ci deve per forza essere stato un errore.

Ma no. A volte una soluzione non c’è. C’è solo da aspettare.

Perché tutto finisce.

Un po’ come quando in pieno inverno fuori piove, fissi la finestra per qualche secondo e pensi: “ Finirà primo o poi.”

Questo.

“ Ah e  poi si Mamma,io non posso prometterti che quando tutto questo finirà, tornerò presto la sera;

ma posso prometterti che quando t’incontrerò nel corridoio ti abbraccerò così forte che dimenticheremo tutto ciò”.

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