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Nuovo Statuto Movimento 5 Stelle, si vota il 2 e 3 agosto.Giustizia, timori sull’ultimo miglio. Conte convoca il M5s.

“Nelle giornate del 2 e 3 agosto tutti gli iscritti certificati del Movimento 5 Stelle saranno chiamati a votare per il nuovo Statuto associativo”. E’ quanto annunciato sul sito del Movimento 5 Stelle, dove viene spiegato che può votare chi rispetta “i seguenti requisiti: regolarmente iscritti con identità certificata da almeno sei mesi (iscritto prima del 2 febbraio 2021)” e gli “utenti che risultano ‘attivi'”, cioè “tutti coloro che abbiano effettuato un login, sulla vecchia piattaforma, almeno una volta nei 15 mesi antecedenti il 4 giugno 2021”.Il M5s di Giuseppe Conte è il “sorvegliato speciale” in vista delle prossime ore che dovrebbero dare il via libera alla riforma della Giustizia.
L’accordo sul provvedimento che approda in Aula alla Camera dovrebbe essere ormai “blindato” ma nel governo l’attenzione rimane altissima soprattutto nei confronti di possibili strappi dentro il M5s.
“Adesso tutti rispettino i patti”, invoca la Guardasigilli, Marta Cartabia, nel corso di un forum con la Repubblica. Il timore è che ci possa essere qualcuno o qualche partito che possa mettere nuovi paletti e aprire nuove questioni. Non è infatti passato inosservato il via libera all’emendamento dell’azzurro Pierantonio Zanettin in cui si chiedono “criteri più stringenti” per la riapertura delle indagini: la previsione potrebbe rischiare di sollevare ulteriori dubbi tra i 5 Stelle che hanno anche dovuto rinunciare ad un’esplicito riferimento ad un allungamento dei tempi di prescrizione per i reati contro la Pa e che intanto, ad esempio, si uniscono a Leu per chiedere di dare più tempo ai processi per le catastrofi ambientali. Fonti di governo ritengono “improbabile” che ci possano essere modifiche dell’ultimo minuto ma intanto Giuseppe Conte raduna i 5 Stelle.

L’ex premier ha infatti indetto per il pomeriggio una riunione con i deputati e senatori proprio per fare il punto sulla riforma Cartabia. L’assemblea, ci tengono a chiarire i 5 Stelle, era stata richiesta da tempo soprattutto per condividere con i gruppi le decisioni e le trattative che erano state portate avanti da un gruppo ristretto di esponenti. Nonostante arrivino appelli dagli ex “grillini” a non votare la riforma, i 5 Stelle assicurano di essere compatti, che i dubbiosi sarebbero pochissimi, ma siccome a metterci la faccia è Giuseppe Conte, l’ex premier chiederà alla sua pattuglia di sostenerlo. Per lui sono infatti giorni caldissimi.
Lunedì e martedì il nuovo M5s di Conte con il suo nuovo Statuto sarà sottoposto al voto della base: passerà solo se avrà raggiunto la maggioranza assoluta degli iscritti, altrimenti si dovrà andare in seconda convocazione, il 5 e 6 agosto, dove il quorum sarà la maggioranza dei votanti. Per Conte la sfida non sarà tanto quella di ottenere una larga maggioranza, quanto quella di portare alle “urne” un numero consistente di iscritti.
E questo sarà il vero nodo della votazione. Perché molti degli iscritti al M5s rimasti “in sonno” sulla vecchia piattaforma Rousseau non avranno ricevuto l’invito a votare ma anche perché altri deliberatamente non voteranno. O voteranno No.
Un meet-up di Catania lo ha scritto nero su bianco: “Noi voteremo NO al nuovo Statuto che pone un uomo solo al comando, in spregio ai valori fondanti del nostro Movimento”. E’ un granellino di sabbia nella prateria 5 Stelle ma è la spia di un sentimento che si va diffondendo nella base pentastellata e che nei prossimi giorni potrebbe concretizzarsi in azioni di aperto contrasto con la linea del futuro leader Giuseppe Conte. L’ex candidato sindaco M5s di Napoli, Matteo Brambilla, annuncia: “Io non voterò proprio. Non legittimerò questa votazione con il mio voto. E non aderirò neppure al nuovo Movimento 2050” . Anzi, lui si metterà alla testa di una lista alternativa al M5s, composta da ex “grillini”, che correrà a Napoli. E mentre il M5s avvia la selezione dei candidati da inserire nelle liste M5s da “certificare”, iniziative analoghe a quella di Napoli spunteranno un po’ in tutta Italia, in Emilia Romagna, Veneto, Lombardia e Puglia, passando per Bologna ed anche per Roma e il Lazio. Ci saranno tra le 50 e le 100 liste locali alternative al M5s, disposte, si spiega, ad interloquire con Alessandro Di Battista, Nicola Morra (“Io moderato e liberale non ci voglio morire”, dice quest’ultimo) e Barbara Lezzi e a fare “rete” tramite una piattaforma. Quella di Davide Casaleggio potrebbe essere a disposizione.

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