Economia e Welfare

Pd, Marianna Madia contro Debora Serracchiani, vertici accusati di aver ‘’barato’’

Secondo quanto riportato dai Colleghi “Ansa”  pare ci sia uno scontro all’interno del PD. Le protagoniste sono Marianna Madia Debora Serracchiani, e le due sono candidate per diventare nuovo capogruppo del PD alla Camera.

Ecco quanto evudenziato dalla Redazione “Linkabile”:

Sarebbe assolutamente legittimo farlo alla luce del sole. Debora è una persona autorevole. Ma, ripeto, di cooptazione mascherata si tratta. Questa distanza tra forma e sostanza non è sana: non far seguire a ciò che diciamo il nostro comportamento penso sia una delle cause del perché non riusciamo più a esprimere la vocazione espansiva del nostro partito. Non posso negare il dispiacere umano per quello che si è verificato. Non è un problema solo di questo passaggio, ma più in generale di come si fa politica: grazie al segretario Enrico Letta ne discutiamo proprio in questi giorni nei circoli, dove i militanti si stanno confrontando con grande vitalità, sperando che il loro contributo non sia vanificato da una mancanza di radicalità nei comportamenti della classe dirigente” E qui, Madia continua a esprimersi riguardo la sua candidatura. ‘’Vorrei raccontarvi come nasce la mia candidatura. Con Graziano Delrio, che ho sempre considerato persona di valore, ci legano anni di lavoro comune prima al Governo e poi in questa legislatura così complicata. È stato proprio lui, dopo aver accettato l’invito del nuovo segretario a fare un passo indietro, a chiedermi di mettermi in gioco con la mia candidatura insieme a quella della mia amica stimata Debora Serracchiani. Sceglieva una via diversa da quella presa al Senato dove il capogruppo uscente Marcucci ha invitato senatrici e senatori a sottoscrivere unitariamente la candidatura di Simona Malpezzi“.

Anche il già citato Graziano Del Rio mette la sua voce in capitolo: ‘’Non ho invitato nessuno a candidarsi e nessuno a non farlo perché sarebbe stato poco rispettoso della libertà. Non ho fatto trattative anche perché direi di aver già fatto la mia parte. E forse di non meritare accuse di manovre non trasparenti o di potere visto che a quel potere ho voluto rinunciare lasciando immediatamente il mio incarico. Certe parole mi feriscono oltremodo perché non corrispondono alla realtà e perché vengono da una persona che ho stimato sempre. Credo e spero che si tratti di amarezza“.

E infine, le parole della Serrachiani: ‘’Non posso credere che Marianna intenda riferirsi a me come una persona cooptabile e quindi, dovrei supporre, non autonoma. No, l’autonomia è stata la cifra della mia storia personale e politica, e anche quando sono stata accanto a qualcuno l’ho fatto lealmente, condividendo idee e mantenendo libertà di giudizio. Chi sa, me lo riconosce. Marianna, confrontiamoci senza retropensieri. Almeno per la parte che mi tocca e coinvolge personalmente. Tralasciando le condivisibili considerazioni sul lavoro difficile che ci attende, non posso credere che Marianna intenda riferirsi a me come a una persona cooptabile e quindi, dovrei supporre, non autonoma. No, l’autonomia è stata la cifra della mia storia personale e politica. È un’opera di “anima e cacciavite” quella di “cambiare e rendere sempre più competitivo” il Pd secondo le indicazioni date dal segretario Letta, in cui “mi riconosco in pieno e sento mia questa attitudine operativa e la voglia di sperimentarmi in prima persona. L’ho sempre fatto. Anche a rischio di trovarmi in posizioni scomode o essere criticata: conosco anche questo. Lo scrive Debora Serracchiani nella lettera inviata a tutti i deputati del partito, dopo la lettera di Marianna Madia. Serracchiani scrive di sentirsi obbligata a rispondere per la “considerazione che si deve a una collega di riconosciuto valore che ha ricoperto incarichi di Governo” e che si sente ‘’onorata’’ di competere con Madia. Poi, insiste molto sulla autonomia, che definisce “cifra” della sua “storia personale e politica”. Anche “quando sono stata accanto a qualcuno l’ho fatto lealmente, condividendo idee e mantenendo libertà di giudizio”, evidenzia; si tratta di un “piccolo patrimonio cui tengo molto, perché autenticità e schiettezza sono miei valori che porto in dote al mio partito e offro ai miei colleghi deputati. Quindi spero che, se mai ombre o equivoci possano aver sfiorato Marianna, siano subito dissipati“. Infine, l’invito: “Confrontiamoci senza ipoteche e senza retropensieri, sicura che ogni collega del gruppo deciderà in piena libertà, poiché nessuno si farebbe imporre candidature calate dall’alto. E davvero, alla fine, saremo tutti più ricchi“.

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