Cultura

Pedro Felipe, il primo romanzo di Emanuele Tirelli

Un libro è il migliore amico da portare in vacanza. Per le mie vacanze ho scelto un libro di un esordiente, ma in realtà il suo autore è tale solo perché Pedro Felipe è il suo primo romanzo. Di Emanuele Tirelli infatti si conoscevano già i riusciti testi teatrali. La casa editrice è la napoletana/bolognese Caracò, nata nel 2011 con l’intento di lanciare  nuove sfide, con l’ambizione di ritagliarsi un nuovo spazio in un mercato già saturo, ma anche legato a vecchie logiche.

La copertina è accattivante, c’è una barchetta. Ma non una barca vera, una barchetta di carta, ricordo dei nostri giochi di fanciulli. Ho voglia di leggere un romanzo vero, di quelli dove i personaggi si animano ed escono dalle pagine del libro e vivono di vita propria. Pedro Felipe non mi delude. Attraverso le parole dell’autore (ma è Pedro Felipe che narra) ci avventuriamo nella sua vita, che si svolge tra la Spagna e Milano, e lo accompagniamo dall’infanzia all’adolescenza, fino ad arrivare all’età adulta. Impariamo a conoscere i vari personaggi che si muovono attraverso il suo racconto: la madre, il padre, la cugina, parenti, vicini di casa, amici e la ragazza di cui si innamorerà, Claudia.

Pedro Felipe, che di cognome fa Colella, ci racconta che si chiama così per onorare il personaggio di una canzone di Rino Gaetano e che è nato in Spagna da genitori italiani. Ci conduce mano per mano nel suo cammino fatto di ricordi, di nostalgie, di imprevisti, avvenimenti luttuosi o divertenti. Lo seguiremo quando sarà costretto da una tragedia familiare a fare rientro con la sua famiglia a Milano, lo accompagneremo quando più tardi riuscirà a tornare in Spagna, desiderio mai abbandonato. Man mano che le vicende di Pedro Felipe proseguiranno, ci renderemo di come il protagonista si difenderà dalla realtà utilizzando i meccanismi psicologici più frequenti, e cioè quelli basati sulla forzata concordanza tra i nostri pensieri ed il mondo reale. Continuerà a farlo anche quando si troverà ad avere a che fare con persone dalla dubbia moralità che lo coinvolgeranno in losche faccende. Anche allora Pedro fingerà che non sia accaduto nulla di grave, lo nasconderà alla fidanzata, ma soprattutto lo nasconderà a se stesso, autoconvincendosi che andrà tutto bene.

C’è uno spazio tra il mondo come è e come noi vorremmo che fosse. In mezzo c’è Pedro Felipe, i suoi rapporti interpersonali, le sue reazioni che somigliano a volte a delle non reazioni, o solo apparentemente sono tali. Per quanto Pedro Felipe si sforzi di ignorare il significato di alcuni aspetti delle vicende che si troverà a vivere, nel cammino verso l’età adulta, il formarsi della sua autocoscienza, lo metterà di fronte alla cruda realtà. La storia di Pedro Felipe è dunque la storia di una crescita, di un ragazzo che diventa uomo e fa i conti con la vita.

Sullo sfondo personaggi ben disegnati, quasi che ti pare di poterne sentire i dialoghi. Proprio per questo Pedro Felipe è diventato, quasi naturalmente direi, una commedia, messa in scena per la prima volta a Capua. Lo spettacolo teatrale è frutto di un adattamento dallo stesso Tirelli con la regia di Mario Gelardi che dirige in scena Carlo Caracciolo e Antonella Monetti, e tornerà in scena già a settembre a Napoli. Meglio tenerli d’occhio tutti e due, autore e  protagonista della storia. Secondo me hanno molta strada da percorrere e molte cose ancora da raccontarci.

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