ultimissime

Proroga d’indagini per altri 41 agenti penitenziari coinvolti nei fatti di violenza di Santa Maria Capua Vetere

Il Garante Ciambriello: «Ribadisco l’importanza di segni identificativi sui caschi delle forze dell’ordine. Sono fiducioso del lavoro della magistratura, ferma e determinata a fare chiarezza»

 

Il Giudice per le indagini preliminari di Santa Maria Capua Vetere ha accolto la richiesta di proroga delle indagini avanzata dalla Procura per altri quarantuno agenti coinvolti nei fatti di violenza nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Questi – 27 di loro sono ancora in servizio – non erano stati individuati nell’immediatezza perché con il volto travisato da caschi e mascherine; le indagini, successive, però ne hanno rivelato l’identità.

 

 

 

Così il Garante campano Ciambriello: «Il fatto che la Procura abbia chiesto un supplemento di indagini al Gip è sinonimo di una volontà precisa della magistratura di chiarire i ruoli di ciascuno e fare piena luce su quei fatti di violenza, che hanno lasciato attonito l’interno Paese.

 

Intanto, si avvicina la data dell’inizio del processo a carico delle oltre cento persone che furono, invece, identificati subito dopo i pestaggi, prevista per il 7 novembre.   Mi sono costituito come parte civile e il mio legale, l’avvocato Francesco Piccirillo, mi ha confermato che questa richiesta di proroga delle indagini rappresenta un ulteriore riscontro non solo della fondatezza della mia denuncia e di quella di tanti detenuti, fatte già poche ore dopo le violenze, ma soprattutto del fatto che esiste una volontà ferma da parte dei magistrati di restituire verità e giustizia. Le 41 persone adesso indagate potevano essere riconosciute già molto tempo prima, se solo esistessero sui caschi delle forze di polizia dei numeri o anche segni identificativi, che a mio avviso sono fondamentali non solo per chi entra in tenuta antisommossa nelle carceri, ma anche per chi agisce nelle piazze, durante le manifestazioni sindacali o studentesche».

 

Potrebbe piacerti...