Economia e Welfare

Quando il crowdfunding serve a finanziare la cultura

Imparare all’Università come finanziarsi l’Università stessa. E ‘questa la storia di Alessia Pinto, una giovane studentessa napoletana, che dopo aver concluso gli studi magistrali in Imprenditoria e creatività per cinema, teatro e televisione, all’Università di Napoli Suor Orsola Benincasa, ha scelto di perfezionare e migliorare le sue competenze, continuando a studiare. Lo farà attraverso il Master, istituito dalla stessa Università, in Cinema e Televisione. Fin qui tutto è normale. Ma la vera innovazione è come Alessia ha deciso di finanziarsi questo Master. L’ateneo ha dato la possibilità a giovani studenti di seguire, gratuitamente, un corso sul crowdfundig tenuto da Maurizio Imparato, esperto di questa tecnica. Attività di scambio, una sorta di finanziamento collettivo, ampiamente conosciuta all’estero, il crowdfunding in Italia ancora non gode di ottima fama. Spesso criticato, perché definito un’elemosina,  in realtà è tutt’altro.

Ce lo insegna Alessia, che dopo aver seguito le lezioni di Imparato, ha deciso di finanziarsi una parte di retta del Master in questo modo. E con la sua campagna social #iostoconaleija ha iniziato a “raccogliere sorrisi” per arrivare al traguardo. Sì, perché Alessia quello che chiede ai suoi amici e conoscenti è “un sorriso”. La campagna di Alessia è nello specifico di crowounding reward, ovvero, uno scambio di relazioni. Obiettivo finale è raggiungere la quota di 3.500 euro, la restante metà, Alessia la sta guadagnando lavorando in un bar.

Appassionata di cinema, il suo desiderio è riuscire a lavorare un giorno in questo mondo: «Voglio che la mia comunità creda che queste realtà artistiche possano avere un seguito. Voglio che si dia ancora importanza alla necessità di coltivare competenze in campo culturale, alla capacità della nostra città di produrre cultura, perché è di questo che stiamo parlando. Senza cultura, senza Università non c’è futuro, non c’è comunità, non c’è imprenditoria, non c’è ricchezza, n’è occupazione».

A chi le domanda, invece, per quale motivo non abbia chiesto aiuto alla sua famiglia, risponde: «E’ da qualche anno che cerco di “chiedere” sempre meno ai miei genitori, cercando di testare la mia capacità d’indipendenza. Arrivata a 25 anni penso sia fondamentale e una grande svolta».

Alessia diventa così l’esempio di come con intraprendenza e volontà si possa ottenere ciò che si desidera, ciò che si sogna. La sua campagna #iostoconaleija è un nuovo modo di mettersi in gioco, chiedendo piccoli aiuti, nel caso di Alessia “sorrisi”, per riuscire a raggiungere il proprio obiettivo. Un’iniziativa per la quale, senz’altro, ci vuole coraggio. Coraggio per metterci la faccia, in una realtà ancora ostile a queste forme di finanziamento. Ma Alessia con la sua esperienza vuole cambiare anche questo:«Faccio questa esperienza per me ma anche per tanti amici che, forse, dopo troveranno il coraggio di lanciarsi».

Se vuoi donare un sorriso ad Alessia: https://www.eppela.com/projects/5408-iostoconaleija#

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