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Relazione annuale 2021 del Garante campano Samuele Ciambriello: criticità e risultati del sistema carcerario della Campania

Oggi si è tenuta la Relazione annuale 2021 del Garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello. La conferenza è stata svolta questa mattina, alle ore 10,30, presso l’aula del Consiglio regionale della Campania.

Ospiti al tavolo, insieme al Garante campano, il presidente del consiglio regionale, Onorevole Gennaro Oliviero, il Garante nazionale dei diritti della persone private della libertà personale, Prof. Mauro Palma, il presidente del Tribunale di sorveglianza di Napoli, Patrizia Mirra, il presidente del Tribunale di sorveglianza dei minorenni, Margherita di Giglio, la responsabile dell’area coordinamento interdistrettuale Wefe Campania, Monica Latini, il presidente del Tribunale di sorveglianza di Salerno, Monica Merante, la direttrice della Casa Circondariale di Secondigliano, Giulia Russo e l’assessore regionale alle politiche sociali, Lucia Fortini.

Samuele Ciambriello ha iniziato: “Voglio dirvi subito che la foto di copertina della mia relazione annuale ritrae un murales realizzato a luglio 2015 presso l’Istituto penale per i minorenni di Nisida, in collaborazione con l’associazione “Il fazzoletto di perle”, Federica Annunziata“.

“La situazione in cui versano gli Istituti penitenziari italiani si discosta in maniera rilevante dai principi che regolano l’ordinamento penitenziario e dalla normalità istituzionale. A tali problematiche si è aggiunta l’emergenza del Covid-19, compromettendo la funzione rieducativa e socializzante alla base del trattamento penitenziario”.

“Nel corso di questi anni mi sono convinto che quella dei garanti è una battaglia culturale e che in quanto tale si deve insistere su un punto così sintetizzabile: la pena è un diritto della società che però presuppone un diritto delle persone detenute ad essere trattate senza discriminazione”.

Il Garante ha ricordato le vittime del Covid nelle carceri: “La vita in carcere non può essere sospesa da nessuna emergenza, continua con le sue speranze e i suoi drammi. A proposito di drammi, ricordo il sacrificio degli operatori penitenziari, che in piena emergenza hanno garantito un andamento ordinario. Questo ha fatto registrare a causa del Covid-19, la morte di 6 agenti di custodia, 6 detenuti e un medico penitenziario”.

Ritengo importante fare una panoramica sull’operato del mio ufficio– ha continuato- Nell’anno 2021 sono pervenute 696 richieste di intervento, tra esse 526 lettere giunte dalla posta ordinaria e tramite e-mail sono pervenute 73 comunicazione da avvocati, 64 da familiari, 33 da associazioni cooperative. Gli interventi del mio ufficio possono essere così riassumibili: 851 che riguardano assistenza diretta ai detenuti, 255 per gli interventi sanitari inviati alle diverse direzioni di competenza, 268 interventi di supporto al singolo detenuto fatti pervenire alla sorveglianza”.

Il Cap ha risposto al 55% dei casi. Le direzioni sanitarie hanno evaso le richieste per il 30%“.

Nel 2021, solo nelle carceri campane, rileviamo 1189 atti di autolesionismo, 828 scioperi della fame o della sete, 3425 infrazioni disciplinari, 155 tentativi di suicidio. 6 suicidi rispetto ai 9 del 2020. Nell’arco del 2021 io e i miei 14 collaboratori volontari, abbiamo effettuato 1107 colloqui nelle carceri del territorio regionale”.

“Ho sempre ritenuto di grande importanza il dialogo tra il garante e le amministrazioni, l’obiettivo di continuare l’attività di tutela dei diritti fondamentali delle persone private delle libertà personali è perseguito con progettualità, accordi, convenzioni con realtà su territorio per favorire inclusione e reinserimento sociale dei detenuti”.

Promossi 14 progetti con enti che riguardano lavori di pubblica utilità, sostegno psicologico, attività culturali, sostegno alla genitorialità e tirocini lavorativi per detenuti e internati grazie a finanziamenti della Giunta Regionale e dell’assessorato regionale alle politiche sociali”.

“Nel 2021 l’ufficio del garante ha siglato ben 5 protocolli di intesa con il provveditorato della Campania dell’amministrazione penitenziaria“. Ha proseguito Samuele Ciambriello.

Come in ogni cosa ci sono anche le negatività. In tema di eventi critici colpisce la modalità dei suicidi legati soprattutto a diversamente liberi con disturbi psichiatrici. Diverse sono state le denunce del garante circa il numero esiguo di figure professionali come psichiatri, tecnici della riabilitazione e altre figure sociali. L’ufficio del garante, insieme all’osservatorio permanente regionale per la sanità penitenziaria, ha organizzato un tavolo di confronto invitando anche i garanti territoriali di Avellino, Caserta e Napoli”.

“In Campania mancano ancora 29 funzionari giuridici pedagogici. Ne sono previsti 104, ma oggi in servizio ve ne sono soltanto 75. Gli psichiatri a Poggioreale dovrebbero essere 5 e ce ne sono 2. Nell’intera provincia mancano psichiatri e medici all’interno degli istituti”.

Riguardo il problema del sovraffollamento nelle carceri dichiara: “Il lavoro del garante è complesso e si fa più impegnativo quando la situazione all’interno degli istituti raggiunge i limiti della capienza. I numeri elevati comportano una contrazione della spazio dell’intera comunità penitenziaria, una riduzione del tempo che gli operatori possono dedicare ai detenuti, una frammentazione delle proposte trattamentali e maggiore difficoltà all’accesso a cure mediche”.

Ad aprile 2020 si rilevava la presenza di 54000 detenuti, al 31 dicembre del 2021 è risultato che le carceri italiane ospitavano 54134 detenuti, di cui 2237 donne. In Campania la situazione al 31 dicembre 2021 ha fatto registrare 6747 detenuti presenti, 971 presenze in più rispetto a quelle previste“.

Il Garante ha parlato anche dell’organizzazione degli spazi detentivi: “Il 43% degli istituti carcerari ha effettuato dei cambiamenti: manutenzione delle celle, installazione di sistemi di riscaldamento, impianti idrici. Si riscontrano ancora problemi con acqua calda e bidet”.

Da una lettura dei dati si assiste ad un ritorno del fenomeno del sovraffollamento carcerario in una misura uguale se non di poco maggiore rispetto a quelle per cui lo stato italiano era stato condannato dalla Corte di Strasburgo. Le misure adottate dal legislatore hanno prodotto ottimi risultati deflattivi sul breve periodo, ma non sono stati in grado di fronteggiare il fenomeno su lungo termine”.

Sul fronte sanitario afferma: “Relativamente al diritto alle cure, alla salute, alla vita, per l’anno preso in considerazione da questa relazione, il mio ufficio è stato impegnato a sollecitare la sanità penitenziaria locale non sempre ottenendo i risultati indicati dalle note e raccomandazioni. Da 13 anni la sanità penitenziaria è regionale. La garanzia del diritto alla salute di tutti i cittadini è il fine che devono perseguire i servizi sanitari e regionali. La protezione della salute in ambito penitenziario si configura come un dovere.”

Negli istituti penitenziari della Campania ci sono a livello sanitario evidenti criticità. Ad aggravare la situazione- aggiunge il Garante- è stata l’emergenza Covid che ha trasformato gli istituti penitenziali in luoghi sempre più precari. Nonostante l’emergenza, si è fatto fronte alla pandemia con numerosi interventi n collaborazione con istituzioni sanitarie regionali. Fondamentale è stata la campagna vaccinale che ha visto un aumento di quasi il 90% dei vaccinati tra personale e detenuti in Campania“.

“Va evidenziata una notizia incoraggiante. Nell’anno corrente il provveditorato dell’amministrazione regionale ha dato il via ad un avviso pubblico ex art 80 al fine di assumere per un periodo determinato di 6 mesi alcune figure tra psicologi e criminologi”.

Il Garante ha riportato la sua attenzione sulla questione dei soggetti detenuti affetti da disturbi psichici: “Il diritto alla salute subisce declinazioni differenti a seconda che il soggetto disponga di una residenza fissa o di una residenza che goda di uno status di libertà parziale o detenzione. La questione merita di essere riportata al centro dell’agenda politica”.

Di pari importanza è stato l’intervento della Corte Costituzionale sul sistema delle REMS: ci si riferisce alla pronuncia n.22/2020 la quale segnalava la grave mancanza di risorse che in tutti Italia colpisce i servizi di salute mentale, a cui sono destinati meno del 3% dell’intero budget del Servizio sanitario nazionale“. Dichiara Ciambriello riguardo le REMS.

Attualmente in Campania abbiamo attive solo 2 REMS a fronte delle 5 tra provvisorie e definitive istituite alla chiusura degli OPG. Credo sia giunto il momento di prevedere nuove strutture in cui offrire nuove cure adeguate agli infermi di mente”.

“La ricerca nel 2021 sull’andamento del TSO nella regione è stata complessa e articolata. In Campania il numero totale dei ricoveri nel primo semestre del 2021 è stato di 1349 pazienti, di questi 1041 in Trattamento Sanitario Volontario e 296 in Trattamento Sanitario Obbligatorio”.

Per la questione del carcere minorile invece afferma: “Nelle misure alternative, la messa alla prova, utilizzata soprattutto per l’esecuzione minorile, è stata un modello. Tutto questo anche grazie alla collaborazione con gli uffici UEPA, associazione di volontariato e il terzo settore”.

Lancio un campanello d’allarme sui minori. A gennaio 2021 minori e giovani adulti detenuti nelle carceri minorili italiane sono 316 di cui 140 stranieri e 8 ragazze. In Campania, per l’anno 2021, sono stati registrati 6569 ragazzi presi in carico dalla giustizia minorile. Il 47,6% dei minori di tutta Italia che passano dal disagio, alla devianza, alla microcriminalità, li abbiamo in Campania”.

“Istruzione scolastica, formazione professionale, lavoro, sono i tre pilastri su sui si regge la risocializzazione e la rieducazione della pena. Rispetto al 2020 sono stati attivati più corsi professionali con un aumento di 228 detenuti coinvolto. Il lavoro resta ancora un aspetto problematico. I detenuti che lavorano in Campania sono ancora pochi. Il lavoro esterno rispetto al 2019 è circa il 30% in meno”.

Il mio ufficio ha promosso, d’intesa con la Regione nell’anno 2021, un progetto cin l’archivio Storico di Napoli e con la Caritas di Aversa, per concedere borse di lavoro ai detenuti internati che sono lì ristretti“. Ha concluso il Garante Samuele Ciambriello.

La parola è passata all’assessore regionale alle politiche sociali, Lucia Fortini, delegata dal presidente Vincenzo De Luca: “La Regione Campania è un’ente di programmazione, non può entrare nella gestione delle questioni. Finanziamo ambiti territoriali che possano dare delle risposte ad una serie di bisogni e criticità”.

Riguardo la prevenzione sui minori dice: “La regione Campania ha investito tantissimo sul contrasto alla dispersione scolastica e abbandono scolastico. La scuola è una delle poche istituzioni che ha retto, rispetto alla famiglia o la Chiesa, rispetto anche alle capacità dei partiti politici. Non è semplice dare risposte che siano adeguate”.

Abbiamo messo in campo insieme a Samuele Ciambriello, una serie di programmi, che potessero rafforzare le competenze delle persone che si trovano in uno stato di detenzione”. Conclude Lucia Fortini.

Il presidente del consiglio regionale, Gennaro Oliviero, ha aggiunto: “Ritengo che su questo rapporto dobbiamo fare una convocazione del consiglio regionale per discutere della situazione carceraria della nostra regione e sugli strumenti da mettere in campo per risolvere i problemi, come quello delle REMS. Altro elemento che salta all’occhio è il 47.6% della vicenda dei ragazzi della nostra regione. E’ necessario affrontare insieme con i nostri strumenti e con interventi legislativi che sistemino questa impalcatura”.

Ha concluso il garante nazionale delle persone private della libertà personale, Mauro Palma: “Da un lato è sempre più chiara l’ampiezza del mandato dei garanti, in particolare regionali, che ripropongono sempre più la norma primaria del garante nazionale: la privazione della libertà in un territorio largo di cui la situazione delle persone detenute è parte. Il secondo aspetto è quello che il ruolo del garante è duplice, di vigilanza e promozione culturale”.

“Sulla vigilanza sottolineo il fatto che, se per il sistema detentivo esiste la magistratura di sorveglianza, per altre aree non esiste una possibilità di vigilanza su come poi tale privazione della libertà viene vissuta. Se la magistratura di sorveglianza ha una funzione reattiva, il garante dovrebbe avere un funzione preventiva di individuare a monte quelle situazioni che potrebbero evolversi in questioni irrispettose riguardo la persona. L’aspetto della promozione culturale è un terreno molto complesso. C’è un terreno culturale da costruire che non riguarda solo gli operatori ma anche la collettività”.

“I garanti devono essere riconosciuti come una struttura in grado di promuovere cultura”.

 

 

 

 

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