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RICONGIUNGIMENTI FUORI REGIONE: SÌ AI PARTNER, NO AI FIDANZATI. PECCATO NON SIA COSÌ ANCHE PER I CARCERATI.

Le restrizioni agli spostamenti tra regioni in zona rossa, arancione e gialla preoccupano coloro che devono cambiare città per raggiungere le persone care e soprattutto coloro che devono recarsi in carcere per visitare i propri congiunti.

Molti congiunti fuori regione si interrogano sulla tipologia di rapporto richiesto per consentire lo spostamento. Il nuovo Dpcm in effetti, non fornisce un’indicazione precisa a tal proposito. Tuttavia, nelle Faq sul sito del governo il termine partner è utilizzato come sinonimo di coniuge e quindi la possibilità di ricongiungimento riguarderebbe solo due persone conviventi anche se non legate formalmente. Si potrebbe dunque pensare che non è previsto lo spostamento tra due fidanzati che abitano in regioni diverse e vogliono incontrarsi.  È chiaro che il nuovo Dpcm si presta a numerose interpretazioni.

Si pensa infatti che, in caso di abitazione dove i fidanzati solitamente trascorrono periodi di tempo, risulta difficile comprendere, anche durante il controllo dell’autocertificazione, quale possa essere il periodo minimo di convivenza ritenuto “valido”. Quanto tempo bisogna trascorrere sotto lo stesso tetto per essere considerati conviventi? Entrare in questo modo nella vita privata-affettiva del cittadino è giusto? Appare sicuramente più corretta la limitazione relativa al luogo fisico in cui avviene il ricongiungimento:  l’importante è che si tratti dell’abitazione di uno dei due.

Abitazione è un concetto che non ha una precisa definizione tecnico-giuridica. Secondo i provvedimenti anti-Covid, l’abitazione è il luogo dove si abita di fatto, con una certa continuità e stabilità (quindi per periodi continuativi, anche se limitati, durante l’anno). Per esempio, le persone che per motivi di lavoro vivono in un luogo diverso da quello del proprio coniuge o partner, ma che si ritrovano con lui/lei con regolare frequenza nella stessa abitazione, possono spostarsi per raggiungere tale abitazione.

A non esser considerati soni gli affetti stabili, se privi del requisito della convivenza seppur temporanea. Senza abitazione di riferimento infatti risulta difficile, se non impossibile, spostarsi occasionalmente per i congiunti fuori regione.

Se dunque per i conviventi è stata trovata una soluzione per risolvere il problema della lontananza, non si può certo dire lo stesso per i carcerati e per i loro affetti più cari. Questi ultimi possono infatti recarsi a trovare il proprio partner, figlio, marito solo se il carcere si trova nella stessa regione o comunque lo spostamento può avvenire solo tra regioni gialle e non tra le altre. Se ad esempio si abita in una regione “gialla” e il proprio caro si trova in carcere in una regione “arancione”, la visita non sarà possibile. Appare questa un’ingiustizia bella e buona verso una situazione già tanto preoccupante, a causa dei numerosi contagi che stanno avvenendo all’interno delle carceri italiane. Si spera dunque che il governo individui al più presto una soluzione anche per queste persone, e che non le ignori come invece pare stia avvenendo.

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