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ROSTAN(PD):”Cambiare tutto nel pd significa scardinare il potere clientelare e correntizio.”

 

Notizie sconfortanti, quelle di questi giorni sul tesseramento del Pd in Campania, e in particolare a Napoli e provincia. Pacchetti di tessere comprate dalla stessa persona, iscrizioni pagate da capetti locali, addirittura sospetti di infiltrazione di clan in alcuni circoli. Siamo di fronte a uno scenario drammatico, che disarma innanzitutto noi stessi, figuriamoci gli elettori. Sembrano scene sempre uguali, come già viste. Ci riportano alla memoria altri tesseramenti, altre primarie, monetine elargite ai seggi, per non parlare dell’incredibile questione dei candidati a loro insaputa nelle liste di centrosinistra alle scorse comunali a Napoli.
Di fronte a questo spettacolo, appare evidente che non si tratta di episodi isolati e occasionali ma di un sistema di gestione, con una organizzazione ormai smantellata, una funzione politica perduta, una struttura dirigente che non risponde ad alcun criterio ideale e di qualità ma solo a bisogno di potere e controllo di un paio di capibastone e di vari accoliti, che di volta in volta obbediscono ai comandi e provano a costruire – senza nemmeno riuscirci – carriere personali.
Mi chiedo cos’altro debba accadere perché si prenda coscienza di cosa è diventato il Partito Democratico sui nostri territori.
Cosa dobbiamo ancora vedere?
Nelle ore successive all’ultimo scandalo, il presidente nazionale del Pd, Matteo Orfini, ha inviato a Napoli il deputato Emanuele Fiano con il fantasioso ruolo di “supervisore”. Contemporaneamente, la segretaria regionale del partito ha nominato un commissario per il circolo di Miano, senza prendere nessun provvedimento su altri circoli che vivevano situazioni analoghe in provincia e in città. Dopo qualche ora, poi, l’annuncio: quelle tessere sono state sospese, le adesioni bloccate, tutto è sotto controllo. “Gli anticorpi hanno funzionato, abbiamo riportato la normalità e la legalità”, hanno detto i gruppi dirigenti.
Ma davvero? Non vi viene il sospetto che stiate abusando della nostra intelligenza oltre che di quella dei nostri elettori? Il disastro del tesseramento degli ultimi giorni non è un incidente di percorso, una buca su cui piazzare una toppa. E’ l’ultima tappa di un giro lunghissimo, una vicenda storica su cui nessuno ha mai voluto mettere le mani. L’ultimo episodio di una serie infinita di fatti clamorosi, su cui vige la più totale omertà, e che sono la diretta conseguenza di un modello di gestione che affida tutto il potere di questo partito ad alcuni capicorrente, che controllano pacchetti di tessere e di voti, che decidono a tavolino incarichi e carriere, che agiscono facendo il bello e il cattivo tempo solo sulla base dei loro interessi personali.
Tutto questo è noto a Napoli, è noto in Campania, è noto a Roma.
Chi dice il contrario, o è così sciocco da non essersi mai accorto di niente oppure è in malafede. Di fronte al disastro, non ci servono pannicelli caldi né prese in giro. O si cambia tutto oppure il Pd non c’è più. Cambiare tutto significa scardinare, innanzitutto, il sistema di potere clientelare e correntizio. Ci vorrebbe un atto di coraggio. A casa il gruppo dirigente, e nuova gestione con nuovi criteri, con una nuova visione. Magari i capibastone negheranno, così, per ritorsione, qualche tessera e qualche voto. Ma tanti altri ne recupereremo nel nostro popolo che questa degenerazione la vede, la capisce, la subisce, e non a caso, un poco alla volta, ci sta voltando le spalle.
Ma ormai credo sia solo utopia!

MICHELA ROSTAN

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