Economia e Welfare

Sblocco turn over Sanità, Caldoro attacca e diffida il Mef

“Il Governo deve cambiare strategia. La situazione non è più sostenibile. Con meno risorse e meno personale non si può dare migliore sanità”. Il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, ha inviato ieri una lettera al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e ai ministri dell’Economia e della Salute, Pier Carlo Padoan e Beatrice Lorenzin, in merito alla carenza di organico nella sanità campana, costretta da tempo al blocco del turn over.
“Senza l’adozione da subito di adeguate misure correttive da parte del Governo nazionale – si legge nella missiva – la Campania non potrà non solo erogare l’ordinario livello di assistenza ai propri cittadini, ma nemmeno evitare il rischio di episodi di danno alla salute e alla vita delle persone come quelli verificatisi in altre Regioni e non potrà non considerare il Governo responsabile di tale situazione”. Il riferimento è in particolare a quanto accaduto in Sicilia nei giorni scorsi dove a pagare l’inefficienza del sistema sanitario è stata una neonata.
“Le conseguenze del regime di blocco del turn over – ha ricordato Caldoro – imposto nel passato alla Regione Campania hanno già prodotto gravi conseguenze sulla capacità del servizio sanitario regionale di erogare adeguatamente i livelli essenziali di assistenza. Con il ministero della Salute, attento e sensibile al tema, abbiamo avviato una nuova fase di equilibrio di bilancio e di riorganizzazione. Nei prossimi anni, se saranno mantenuti i patti, la Campania finirà di subire le ingiustizie sulla ripartizione del fondo. Adesso bisogna intervenire sul personale. Non hanno più senso regole ottuse che da anni danneggiano la nostra sanità. Noi siamo pronti ad assumere giovani medici e infermieri. Abbiamo avviato una riorganizzazione e razionalizzazione senza precedenti, ridotto gli sprechi, abbiamo le carte in regola. Abbiamo, anche grazie al contributo di uomini e donne della sanità che ogni giorno fanno un lavoro straordinario, aumentato i livelli delle prestazioni, tra mille difficoltà”. E’ il quadro roseo dipinto dal governatore campano all’esecutivo renziano circa la sanità campana. Una sanità riorganizzata e rimessa in sesto però con tagli spessi indiscriminati e che non hanno tenuto conto dei bisogno delle popolazioni delle diverse aree regionali, con l’effetto di creare cittadini di serie A e serie B nelle cinque province. Del resto il sistema sanitario della Regione opera con circa 10 mila addetti in meno rispetto al 2007.
“Finora – ha spiegato il numero uno di Palazzo Santa Lucia – si è fatto ricorso a tutti gli strumenti consentiti dall’ordinamento: mobilità regionale, prestazioni di lavoro straordinario o in regime di prestazioni aggiuntive, acquisto di prestazioni professionali da privati”. Questa situazione però ”non può più essere sostenuta se non consentendo il rapido ed efficace ripristino di un numero di addetti del settore adeguato”, così da riuscire a far fronte ai bisogni della popolazione “specie – ha ricordato Caldoro – negli ambiti più sensibili come quelli delle emergenze e dei controlli sui cittadini esposti a fenomeni di emergenza ambientale, come quella della così detta Terra dei Fuochi”.
Nella lettera Caldoro ha sottolineato che “i contingenti di personale che può essere assunto nell’ambito delle autorizzazioni previste dalla legge 184/2012 risultano largamente insufficienti”. Né ha sortito effetto la proposta avanza dalla Conferenza delle Regioni e suffragata da una ipotesi di norma di legge di modifica “sulla quale il Governo non ha ritenuto di fornire il proprio assenso che consentisse di effettuare al di fuori di tali limiti la stabilizzazione del personale precario impiegato nel servizio sanitario regionale (in Campania, circa 8000 addetti)”. Da non tralasciare poi “i tempi e le complessità delle procedure istruttorie adottate dai ministeri vigilanti per autorizzare lo sblocco delle assunzioni – ha chiarito il governatore – pur nei ristretti limiti di tempo, ovvero per approvare le modifiche dei piani operativi regionali, ritardano la concreta possibilità di assumere nuovo personale”. Infine l’appello al Governo: “Servono misure urgenti come l’approvazione dell’emendamento proposto, all’interno del primo provvedimento di legge utile, la semplificazione delle procedure approvative, la previsione di tempi celeri e certi di conclusione”.
“La nostra è una diffida – ha commentato il governatore forzista – al governo, al ministero della Economia in particolare. Sono certo non faranno mancare il loro sostegno le forze politiche e sindacali. E’ una battaglia che non ha colore, fatta solo per i cittadini della Campania”.
Ovviamente l’iniziativa di Caldoro ha trovato sponda in Raffaele Calabrò, consigliere del presidente per la Sanità in quota Nuovo Centrodestra, che definisce il blocco del turn over “più che uno strumento di contenimento della spesa sanitaria, un totem ideologico. I dati economici – ha spiegato Calabrò – dimostrano, tra l’altro, che non si sono avuti grossi risparmi per la necessità di ricorrere al pagamento di straordinari per il personale impiegato e o convenzionato. Data per scontata la disponibilità del ministro della Salute, il Mef smetta di usare il bilancino e accolga la richiesta del governatore Caldoro di sbloccare quella percentuale pari al 30% che consentirebbe un’assistenza sanitaria adeguata”.

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