Cultura

SIGMUND E CARLO: VA IN SCENA A TEATRO LO STORICO INCONTRO

Dialoghi fisarmonica, litigi, prevaricazioni, tentativi di alleanza con lo scopo di compiere il loro intento, la loro misteriosa missione. Due vecchi esibizionisti in combutta per una panchina di cui ne contendono il possesso.

Sigmund e Carlo, Freud e Marx, i protagonisti di questa intrigante vicenda, sopravvissuti al loro tempo e alla degenerazione del loro pensiero. Quel pensiero che non viene udito se non attraverso la mimetizzazione, lo scherno. Ed eccoli travestiti da improbabili pagliacci, religiosi, venditori, in un susseguirsi di colpi di scena fino all’inaspettato finale.

“È un viaggio grottesco nello sgretolamento delle ideologie, una sorridente accusa sulla responsabilità collettiva, un delirio di attori ormai fuori forma, pronti a piangere e ridere pur di tirare il pubblico dalla propria parte”

A parlare della sua commedia è Niko Mucci, regista e interprete di un Marx quanto mai invadente, affiancato, sulla scena, da Roberto Cardone, nevrotico Freud. “Il nostro è uno spettacolo rivolto alla riflessione circa l’abuso interpretativo delle idee e delle ideologie  e, ancor più, un invito, un’esortazione alla responsabilità collettiva.”

Spettacolo breve e appassionante, capace di solleticare lo spettatore alla riflessione e di sconvolgerlo ad ogni cambio di prospettiva.

Recentemente in tour al nord per il Fringe Festival di Torino, Sigmund e Carlo è stato lo spettacolo più visto e apprezzato della kermesse, dopo quelli proposti proprio dai piemontesi, prima di partecipare al primo Apulia Fringe Festival e ritrovarsi in finale per scelta popolare e critica.

Un successo forse inaspettato ma assolutamente meritato che lo stesso Niko Mucci commenta con estrema soddisfazione.

Ecco, quindi, che i due personaggi storici tornano al sud, tra la propria gente, in particolar modo a San Giorgio a Cremano, presso la splendida cornice di Villa Bruno, sabato prossimo, 20 giugno, alle ore 21.00.

Impreziosito dalle musiche originali di Luca Troller, le scene e i costumi di Barbara Veloce, l’assistenza alla regia di Marina Cavaliere e la fotografia di Giuliano Longone, il testo di Mucci fa ridere e sorridere, non mancando di lasciare un po’ di amaro nel suo rifiuto di possibili letture positive e di speranza.

Il nostro invito è quello di recarvi ad incontrare i protagonisti di questa appassionate, a tratti impudica, vicenda. E magari di discuterne proprio non il regista, solito trattenersi con i propri spettatori dopo lo spettacolo per uno scambio di vedute tutt’altro che banale.

 

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