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Siria, vacilla la tregua ripresi i combattimenti su Ras al Ayn si contano gia diverse vittime

Damasco, è durata solo qualche ora la tregua già nelle prime ore dell’atteso cessate il fuoco concordato da Turchia e Stati Uniti concordata tra da Turchia e Stati Uniti,  nel nord est della Siria sono ripresi  i raid di Ankara e gli scontri sul terreno. Il conflitto è proseguito, di fatto, a Ras al Ayn, la località strategica che da diversi giorni è sotto assedio da parte dell’esercito turco di Recep Tayyip Erdoğan.  In merito a quando sostengono i curdi e l’Osservatorio Siriano per i diritti umani, la Turchia ha continuato a bombardare con mezzi aerei e terrestri, mentre le milizie locali sue alleate hanno impedito l’ingresso dei convogli di aiuti umanitari, fermi alle porte della cittadina. L’agenzia di stampa Sana riferisce dell’uccisione di almeno 8 civili a Ras al Ayn. Le milizie curde hanno anche rivendicato l’abbattimento di un elicottero turco, non confermato al momento da altre fonti. Erdoğan, dal suo canto ha commentato la notizia di violazioni della tregua come «disinformazione, assicurando che il ritiro dei combattenti nemici, che dovrà concludersi entro martedì sera, è cominciato». Lo stesso Donald Trump, ha minimizzato, affermando che: «alcuni colpi sarebbero stati sparati da un isolato cecchino, subito neutralizzato». in un tweet Trump, ha assicurato che «c’è buona volontà da entrambe le parti e un’occasione davvero buona per il successo». Il presidente turco ha ribadito, che «il tutto dipende dal ritiro dei terroristi dalla zona di sicurezza. Se non sarà completato entro i 5 giorni stabiliti, ha dichiarato, l’operazione militare riprenderà in modo ancora più determinato». Assad, presidente siriano, ha avuto un colloquio a Damasco con l’inviato speciale del Cremlino, c’è molta attesa per il vertice di martedì prossimo a Sochi tra Erdoğan e il presidente russo, Vladimir Putin, a poche ore dalla scadenza dell’ultimatum. Il capo dello Stato turco ha precisato «Considero l’incontro come un altro elemento di questo processo, la Turchia non avrà problemi se la Russia rimuoverà i terroristi anche da Manbij e Kobane», precisando, che le truppe turche «resteranno per controllare se i terroristi lasceranno effettivamente la zona e per gestire la successiva fase di messa in sicurezza», con il trasferimento iniziale di almeno un milione di rifugiati. Nell’area saranno anche dislocate 12 postazioni di monitoraggio militare. Nel faccia a faccia con l’inviato russo, si legge in un dispaccio della Sana, Assad,  ha chiesto di concentrare gli sforzi per «fermare l’offensiva e procedere con il ritiro da tutti i territori siriani di tutte le forze turche, statunitensi e delle altre forze illegittime, considerate forze di occupazione». Negli Stati Uniti, intanto, montano le critiche contro il ritiro deciso da Trump: il leader dei repubblicani al Senato, Mitch McConnell, uno dei più stretti alleati del presidente, si è trattato di un «grave errore strategico».

A cura di Raffaele Fattopace

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