Economia e Welfare

Smart working e stato di emergenza: cosa cambia con la proroga nel decreto sulle riaperture

C’è anche la proroga dello stato di emergenza covid fino al prossimo 31 luglio nel decreto tanto atteso sulle riaperture da lunedì 26 aprile. Il provvedimento che definirà il cronoprogramma e le regole per un graduale ritorno alla normalità sarà varato nel corso del Consiglio dei ministri mercoledì 21 o giovedì 22 aprile. La proroga dello stato di emergenza per il rischio sanitario connesso alla pandemia di coronavirus avrà conseguenze anche sulla durata dello smart working. La norma che regola il lavoro agile emergenziale è in scadenza a fine aprile, ma è ormai certo che verrà estesa.

Smart working fino a quando?

Lo smart working continuerà fino a fine luglio, con l’ipotesi di arrivare a settembre. Nello specifico, la norma da prorogare è quella che concede alle aziende di far ricorso allo smart working senza dover sottoscrivere un accordo individuale. La legge n. 81 del 2017 prevede infatti che ci sia a monte un accordo individuale e, senza proroghe, questa legge tornerebbe vigente dal 1° maggio. Ma con lo stato di emergenza le aziende possono ricorrere allo smart working in maniera unilaterale: si procederà dunque così sicuramente almeno fino al 31 luglio.

C’è poi l’ipotesi di andare anche oltre l’estate, con lo smart working che sarebbe prorogato fino a fine settembre: si andrebbe verso questa proroga per poter raggiungere l’immunità di gregge grazie all’avanzamento del piano vaccinale. Tra le ragioni della proroga ulteriore ci sarebbe tuttavia anche l’obiettivo di dare alle aziende del tempo per riorganizzare il lavoro post emergenza.

Lo stato di emergenza e cosa cambia per i cittadini

L’ultima scadenza dello stato di emergenza covid era stata fissata dal governo di Giuseppe Conte al 30 aprile 2021. Lo stato d’emergenza era stato dichiarato la prima volta il 31 gennaio 2020 proprio mentre l’epidemia di coronavirus si avviava a diventare pandemia, ma non erano ancora stati registrati casi di focolai in Italia. Il giorno prima il governo aveva disposto il blocco del traffico aereo dalla Cina. È con lo stato d’emergenza che l’Italia ha cominciato ad avere familiarità con i decreti ministeriali o Dpcm, ovvero quegli atti che vengono emanati dalla presidenza del Consiglio dei ministri che contengono la specificazione di regole e restrizioni contenute nei decreti legge.

Il 23 febbraio 2020 venne emanato il primo Dpcm che creava una zona rossa in dieci comuni tra Lombardia e Veneto tra cui Codogno (in provincia di Lodi) e segnava l’inizio ufficiale dell’emergenza coronavirus in Italia. Lo scorso 29 luglio il Consiglio dei ministri ha prorogato l’emergenza fino al 15 ottobre. Poi nel mese di ottobre è arrivata una nuova proroga fino al 31 gennaio. Secondo le norme è possibile prorogare l’emergenza fino al 31 luglio 2021, ma in realtà l’ultima scadenza può essere ulteriormente prolungata, come già avvenuto per alcuni casi come quelli delle emergenze legate al sisma del Centro Italia o al terremoto dell’Emilia. In tal caso cambia l’iter, con la proroga che necessita di un apposito decreto che deve essere approvato anche dal Parlamento.

Con la dichiarazione dello stato d’emergenza vengono attribuiti poteri straordinari al governo e alla Protezione civile, tra cui la possibilità di operare in deroga alle disposizioni di legge vigenti. Il provvedimento permette inoltre di effettuare alcuni interventi speciali con ordinanze in deroga alle disposizioni di legge (sempre però nel rispetto dei limiti costituzionali), tra i quali rientrano i Dpcm e le ordinanze ministeriali a cui il governo ha fatto ampiamente ricorso in questi mesi di emergenza coronavirus.

Lo stato di emergenza consente, per motivi sanitari, anche di bloccare i voli da e per gli Stati ritenuti a rischio, oppure di limitare gli ingressi da alcuni Paesi. E ancora: con la proroga dello stato di emergenza non cessa il coordinamento attribuito alla Protezione civile così come non decadono i poteri straordinari assegnati ai soggetti attuatori, che nella maggior parte dei casi sono i presidenti di regione. Resta attiva anche la funzione del Comitato tecnico scientifico.

Il provvedimento dovrebbe incidere anche sulle pensioni. Con la proroga dello stato d’emergenza, infatti, probabilmente proseguirà anche per i prossimi mesi l’anticipo dei termini di pagamento dei trattamenti pensionistici, degli assegni, delle pensioni e delle indennità di accompagnamento per gli invalidi civili. L’obiettivo è consentire un accesso contingentato e scaglionato presso gli uffici postali.

Today.it

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