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SPECIALE CARCERE – PENA SENZA SPERANZA. TOLTO DIRITTO ALLA LIBERTA’ E ALLA DIGNITA’

A Julie Italia (canale 19 del Dtt) si è tenuto lo Speciale “Carcere e reinserimento sociale dei detenuti”, condotto da Samuele Ciambriello. Ospiti della trasmissione sono stati Don Franco Esposito, cappellano a Poggioreale da 13 anni, Antonio Fullone, direttore carcere di Poggioreale e Ciro Auricchio, sindacalista della polizia penitenziaria (sindacato Uspp).

In studio tutti d’accordo: il primo grande problema delle carceri, soprattutto a Poggioreale, è la carenza di organico, che riguarda la polizia penitenziaria. Al momento il carcere di Napoli conta solo 750 agenti. Se consideriamo che i detenuti attualmente sono 1255 (spesso ci sono picchi di 2000), è facile capire che c’è bisogno di più personale qualificato all’interno dei carceri. Mancano almeno 300 agenti. La carenza dei poliziotti incide inesorabilmente anche sul servizio del volontariato. Quest’ultimo è diventato vera e propria supplenza al servizio dello stato. Inconcepibile. Anche gli educatori scarseggiano, 18 funzionari nell’area pedagogica sono davvero pochi per pensare di poter gestire una struttura di grosse dimensioni.

La pena che si paga solo nel carcere è una pena senza speranza. Per tutti coloro che non seguono un percorso di recupero, è molto probabile la recidiva (ben l’80% di chi è già stato in carcere si rende protagonista di un nuovo reato). La speranza della pena è appunto rappresentata dalla rieducazione e il reinserimento. Il carcere dovrebbe essere importante per fermare l’atto di violenza. Il primo grave problema è il mancato riconoscimento delle attività di accoglienza. Con percorsi di recupero adeguati, la percentuale delle recidive scenderebbe solo al 10%.

Qualcosa si sta facendo, il carcere negli ultimi anni è cambiato. Le strutture hanno aperto al volontariato e all’associazionismo. Fuori purtroppo non c’è nessuno che accoglie gli ex detenuti, un’assenza totale dei servizi sociali esterni. I primi ad avere colpe sono Comune e Regione. E’ mai possibile che nel comune non esista un garante per i diritti dei detenuti? Ciò esprime un totale disinteresse. I carceri sono nient’altro che il risultato di una società in crisi.
Il carcere va rimodulato come pensiero. E’ diventato la risposta più semplice a problemi molto più complessi.

In Campania la situazione è terrificante: Salerno è una realtà difficile; a Santa Maria addirittura manca l’acqua. Così facendo si mette in difficoltà tutti, agenti e detenuti. Le strutture di Avellino e Pozzuoli sono anch’esse vittime di sovraffollamento.

Il pagare semplicemente la pena non cambia le persone, anzi le inasprisce. Si entra colpevoli, ma si esce vittime di un reato che si è subiti. La legge dovrebbe provvedere al bisogno che tutti i detenuti hanno: bisogno di reinserimento e di un’educazione.
C’è la necessità di una vera e propria politica penitenziaria. Bisogna recuperare le persone, non farle trascorrere semplicemente del tempo in carcere. Bisogna che le persone scoprano il buono dentro di se. Questo carcere attuale crea soltanto nuova criminalità. La sicurezza non è andare in carcere.

Lo speciale sarà visibile su Julie Italia stasera alle ore 21.00. Su Telelibera (canale 72) visibile stasera alle 19.30 e domani giorno 15 giugno alle ore 21.00

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