Food

Takeve. A Roma arriva una piattaforma delivery gestita da sole donne

MANCA POCO  AL DEBUTTO DEL NUOVO DELIVERY IN ROSA, NATO DALL’IDEA DELL’IMPRENDITRICE EVELYN PEREIRA. I SUOI PUNTI DI FORZA? RISPETTO PER L’AMBIENTE, TUTELA DELLE LAVORATRICI E INIZIATIVE A FAVORE DELLE ORGANIZZAZIONI UMANITARIE.

In particolare nell’ultimo anno, a causa dell’epidemia da Covid, numerose sono le piattaforme per la consegna di cibo a domicilio. Ciò induce gli ultimi arrivati a puntare su valori come la solidarietà, l’etica e l’efficienza, per guadagnare punti agli occhi degli utenti. Gli esempi sono tanti: da Starbox, modello vincente di collaborazione fra imprenditori e riders, a Moovenda, vetrina online dei migliori ristoranti gourmet sulla scena gastronomica capitolina, e l’elenco potrebbe proseguire con nomi quali Alfonsino, Giusta e Consegne etiche. Mancava, però, una squadra di donne, capace di porre l’attenzione sulla tematica delle opportunità lavorative femminili. Presto detto: fra meno di un mese, a Roma, saliranno in sella alle loro bici elettriche le rider di Takeve, il team in rosa voluto dalla giovane imprenditrice Evelyn Pereira.

Evelyn conosce bene i problemi della ristorazione. Sono ancora molti i pregiudizi che colpiscono le donne che lavorano in questo settore. “All’età di 20 anni ho aperto un ristorante nel mio paese natale, il Perù, con l’idea di gestirlo interamente da sola. Rispetto agli imprenditori di sesso opposto facevo il doppio della fatica. Qui in Italia, invece, ho lavorato per un decennio nell’ambito delle organizzazioni no-profit, che sostengo ancora come volontaria”. Dentro di sé ha sempre saputo che prima o poi avrebbe realizzato il sogno di fondare un team al femminile, e gli ultimi eventi hanno reso possibile tutto ciò. “Stiamo attraversando un momento difficile: i riders sono mal retribuiti, i ristoratori devono far fronte alle pretenziose commissioni del delivery e i clienti temono che gli operatori non rispettino le regole di sicurezza. Senza parlare dell’occupazione: da quel che vedo, noi donne abbiamo perso in pochi mesi tutto ciò che avevamo ottenuto negli ultimi 10 anni”. Così Evelyn ha deciso di provare a cambiare le cose.

“Anzitutto vogliamo tutelare le esigenze delle rider, che verranno regolarmente assunte e godranno di condizioni contrattuali favorevoli; potranno scegliere di lavorare a tempo pieno o part time, dando la propria disponibilità in diverse fasce orarie”, spiega l’imprenditrice. Attualmente la squadra è composta da 15 persone; tuttavia il numero potrebbe aumentare nei prossimi mesi. Quanto al mezzo di trasporto, Evelyn non ha dubbi: “La nostra scelta è ricaduta sulla bici elettrica perché non inquina e consente di spostarsi rapidamente, senza fare sforzi eccessivi…purtroppo Roma è piena di salite!”. Inoltre, il team metterà in atto una serie di accorgimenti per tutelare i clienti. “Le operatrici, in particolare, verranno sottoposte a un test Covid mensile e utilizzeranno un metodo contact free durante il servizio”.

Non meno importante, per Evelyn, è offrire un servizio accessibile a tutti. Da un lato, infatti, occorre consentire alle persone di acquistare cibo a un prezzo ragionevole; dall’altro prestare attenzione alle esigenze dei ristoratori: “Con Takeve ho voluto conciliare queste necessità, trovando un punto d’incontro fra le parti: l’app del sistema consente ai clienti di accumulare punti per ricaricare il loro portafoglio online e premia la scelta dei ristoranti da cui si ordina il cibo più frequentemente; un ottimo modo per incentivare la fidelizzazione. C’è inoltre la possibilità di ricevere prodotti freschi dai negozi di quartiere: anche i piccoli commercianti hanno bisogno di visibilità“. E inoltre, se a fine giornata avanza del cibo deperibile, si può sempre usufruire del programma no waste per venderlo a prezzi scontati: “L’offerta dell’ultimo minuto è una vecchia strategia che mette d’accordo economia e sostenibilità“.

Ciò che distingue Takeve dagli altri brand del food delivery, però, è soprattutto l’aspetto umano: “Credo che un sistema basato sull’aiuto reciproco possa risultare vantaggioso per tutti. Certo, la nostra attività è in scala ridotta: inizieremo con 50 ristoranti a Roma e poi, se tutto andrà bene, entro la fine dell’anno replicheremo il format in altre città come Torino, Milano, Rimini e Firenze.” L’idea, però, è quella di crescere un passo alla volta, senza perdere di vista gli obiettivi iniziali. “A questo proposito, abbiamo deciso di donare parte del ricavato ad alcune organizzazioni no-profit della capitale. Le sceglieremo a rotazione ogni 4-6 mesi. Ora siamo in fase di ricerca, ma abbiamo già individuato diverse Onlus che si occupano di pazienti oncologici o sostengono le famiglie dei malati affetti da Covid. Comunque vada, la solidarietà avrà sempre un ruolo importante nel mio progetto imprenditoriale“.

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