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TECNOLOGIA NAPOLETANA : LO SVILUPPO E I CAMBIAMENTI DELLA STAZIONE CENTRALE NEL CORSO DEI SECOLI

 

La stazione di Napoli Centrale è il principale scalo ferroviario della città di Napoli e dell’Italia Meridionale ed è la settima stazione italiana per flusso di passeggeri. È la stazione principale della città, a struttura di testa; sotto di essa si trova la stazione di Piazza Garibaldi, sotterranea e passante, servita dai treni metropolitani della linea 2, e a breve distanza l’omonima stazione della Circumvesuviana. La stazione è collegata anche con la linea 1 della metropolitana di Napoli. All’Unità d’Italia (1861) la città di Napoli era servita da due stazioni ferroviarie, poste una a fianco dell’altra lungo la via dei Fossi (attuale corso Garibaldi). Si trattava della stazione della società Bayard, capolinea della ferrovia per Salerno, e della stazione della società Regia, capolinea della ferrovia per Roma. In seguito all’aumento del traffico e alle mutate necessità, si decise di concentrare i traffici in un’unica stazione centrale, di testa anch’essa, posta a nord delle due precedenti. La nuova stazione, che si riteneva un tempo progettata in stile neorinascimentale dall’architetto Errico Alvino, o meglio Enrico Alvino, è stata inizialmente progettata dall’ingegnere francese Paul Amilhan a partire dal 1860 e poi da Nicola Breglia, allievo di Alvino, dal 1862. Il complesso che precedette quello moderno fu aperto al pubblico nel 1867. Ma i lavori iniziarono a partire dal 1860 su progetto dell’ingegnere francese Paul Amilhan e del collega italiano Nicola Breglia. Per molto tempo si è pensato, erroneamente che questa prima struttura fosse stata progettata dall’urbanista milanese Enrico Alvino, che realizzò il rifacimento della facciata del duomo di Amalfi, l’esterno del duomo di Napoli e del duomo di Cerignola; nonché il tracciato del Corso Vittorio Emanuele e la colonna in piazza dei Martiri. Probabilmente l’equivoco si deve alla presenza nel cantiere della stazione di un certo Ettore Alvino che collaborò alla progettazione fino al 1862 e che era solito firmarsi Ing. E. Alvino, dando così vita al malinteso. La stazione, in stile neorinascimentale, ritenuta una delle migliori tipologie dell’architettura postunitaria, era costituita da tre padiglioni principali in stile liberty, ed era circondata da un giardino all’interno del quale vi era la fontana della Sirena. Disegnata da Onofrio Buccino, la fontana fu inaugurata nel 1869 e successivamente, dopo più di cinquant’anni, fu spostata in piazza Sannazaro dove persiste tuttora. . Nel 1904 per riempire anche il vuoto lasciato dalla fontana, fu posto dinanzi la stazione il monumento di Giuseppe Garibaldi. Per far fronte alle nuove esigenze derivanti dal crescente flusso di viaggiatori, l’antica struttura ottocentesca fu un po’ alla volta demolita e sostituita. A partire dal 1925, la piazza antistante fu ampliata arretrando la nuova stazione di circa duecentocinquanta metri e fu costruito un nuovo fabbricato viaggiatori. Una zona del vecchio complesso fu usata per realizzare la “Metropolitana FS”. Per quanto riguarda la stazione principale il piano regolatore generale del 1939 prevedeva in prospettiva l’eliminazione della stazione (che fino ad allora aveva praticamente solo i binari con installazioni provvisorie), sostituita da un nuovo impianto passante, in direzione nord-sud, posto alla periferia orientale della città. Tuttavia la seconda guerra mondiale impedì la realizzazione di un piano così ambizioso, e anzi causò ingenti danni alla vecchia stazione (ora della metropolitana) come la scomparsa della copertura in ferro e vetro, utilizzata per ricavare materiale ferroso per le esigenze della guerra .Nel dopoguerra si decise allora per minimizzare i costi di mantenere la stazione centrale nella posizione esistente, completandola con la costruzione però un nuovo fabbricato viaggiatori, che in seguito a un concorso fu progettato nel 1954 da Corrado Cameli, Pierluigi Nervi, Carlo Cocchia, Massimo Battaglini, Bruno Zevi, Giulio De Luca, Luigi Piccinato e Giuseppe Vaccaro. I lavori terminarono nel 1960, con la demolizione di tutte le strutture della vecchia stazione. Per non interrompere il traffico ferroviario si provvide a costruire prima la nuova stazione demolendo la parte più vicina al piano binari poi si demolì la parte centrale dell’edificio ed infine si eliminò il vecchio ingresso prospiciente la piazza, che si provò a preservare, ma invano perché creava non pochi problemi alla viabilità della nuova piazza. Con la completa eliminazione delle strutture sopra il terreno, venne deciso di coprire il «trincerone» della stazione di Piazza Garibaldi, consentendo così di ampliare notevolmente la piazza soprastante ed eliminando le due strade che costeggiavano ai lati la stazione ossia via Indipendenza, situata sul lato nord e dunque verso il Vasto, e via Libertà, che costeggiava la parte sud del vecchio fabbricato della stazione. Dopo il 1960 furono realizzati il grattacielo su corso Novara nonché la cosiddetta proboscide, la pensilina del nuovo capolinea degli autobus che nascendo dalla nuova copertura si proiettava verso il centro della piazza. Verrà eliminata nell’anno 2000. Alcune delle colonne che costituivano i porticati della vecchia stazione furono riutilizzate in vari luoghi della città (due furono adibite a supporto di statue della Madonna al Museo Nazionale e a piazza Immacolata, altre furono collocate presso la basilica del Buon Consiglio, a Capodimonte). Negli ultimi anni la stazione è stata sottoposta a un lavoro di ristrutturazione che ha consentito la realizzazione di una struttura più moderna, con il rifacimento delle coperture superiori, la ristrutturazione della zona sotterranea dedicata alla metropolitana cittadina e regionale, la costruzione di diversi ascensori, l’installazione di scale mobili e una serie di spazi dedicati ai servizi di accoglienza dei clienti Trenitalia, di biglietterie, ristoranti e negozi. a gli elementi architettonici che contraddistinguono la stazione è da notare il tetto «a piramidi» reso famoso anche da un carosello interpretato da Mina, in cui la cantante passeggiava vestita da enormi cavi telefonici tra le piramidi del tetto stesso. Arditi e innovativi furono anche i pilastri piramidali rovesciati (tripodi rovesci) che sorreggono le tettoie poste all’ingresso della stazione e alla testa dei binari. Dal piano inferiore della stazione di Napoli Centrale si accede alla linea 2 della metropolitana, ovvero alla Stazione di Napoli Piazza Garibaldi, alla stazione della Circumvesuviana e alla stazione della linea 1. La stazione di Napoli Centrale dispone di 23 binari, numerati da 2 a 24. Presso la testa del binario 12 una targa commemora le vittime dell’attentato al Rapido 904 del 23 dicembre 1984. La piazza Garibaldi, antistante la stazione, è inoltre oggetto di ristrutturazione e riqualificazione in accordo con i lavori della linea 1 della metropolitana, su disegno di Dominique Perrault, tramite la costruzione di una galleria commerciale ipogea e di ampi giardini.

 

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