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Terra dei fuochi. Uno screening genetico permanente sui bambini

Uno screening genetico permanente sui bambini della Terra dei Fuochi. E’ il monito  degli oncologi riunitisi al Centro Polispecialistico di Torre Annunziata in occasione del workshop sull’oncologia personalizzata coordinato da Imma Ricciardelli ed accorsato da decine di specialisti provenienti da tutto il mondo. «La genetica oggi ci spiega che nello stesso contesto inquinato – ha spiegato infatti il direttore scientifico del convegno Sergio Del Bianco – a seconda del patrimonio genetico di un soggetto possiamo avere o l’insorgenza diretta del tumore o una serie di mutazioni che porteranno poi al tumore. In questo secondo caso, in particolare, abbiamo le tecnologie per accorgercene e quindi intervenire con la target therapy: molecole in grado di colpire molecole precise e quindi ad elevatissimo tasso di successo. Il tutto con tecniche poco invasive e praticabili ad ogni età».  Principale sostenitore di questa teoria è allora il professore statunitense Philip A. Salem, arrivato appositamente a Torre Annunziata per illustrare ai suoi colleghi italiani la metodica di prevenzione che gli ha fruttato la medaglia al merito del Congresso degli Stati Uniti d’America. Philip A. Salem è un ricercatore e oncologo con 35 anni di esperienza nella ricerca e trattamento del cancro. (http://lnx.poliambulatoriosanpietro.it/prof-philip-salem-oncologia)

«A Napoli – ha detto Salem – manifestate per tutto. Ma mai per il vostro diritto alla vita. Ebbene, in territori come questo in cui c’è un’altissima incidenza d’inquinamento e quindi aumenta il rischio più che di trattamenti ha senso parlare di prevenzione, e di prevenzione primaria. Quindi, genetica prima ancora che radiologica. Il cancro è una malattia che si sviluppa in molti anni, e attualmente basta prescrivere una pillola da prendere ogni giorno per cinque anni. I test ci dimostrano che nel 50% dei casi il male è stato sconfitto. Non bastasse, in casi come quello di Angelina Jolie basta un test BRCA per verificare se su base genetica si evidenzia la probabilità di tumore al seno, uno dei più comuni. Se la risposta è positiva, si opera e nel 90% dei casi il problema è risolto. Ma non bisogna aspettare il male. Basta sapere che un parente ne ha sofferto ed affidarsi alla genetica».

Una sfida da raccogliere insomma per il centro polispecialistico di Torre Annunziata, che con questa iniziativa ha inteso dichiarare la sua mission di polo della prevenzione e della previdenza. “Quando abbiamo iniziato – ha spiegato infatti l’imprenditore Luigi Marulo – sono rimasto subito colpito dall’affluenza di pazienti: il 4% da un solo privato, contro il 12% della media nazionale nel pubblico. E’ tanto, significa che il territorio ha carenza di punti di riferimento. Per questo siamo qui, per consentire a Torre Annunziata il riscatto che merita attraverso la scienza e la medicina”.

Riscatto, del resto, auspicato anche dal sindaco di Torre Annunziata Giosuè Starita, intervenuto in apertura, secondo cui il quale «questo territorio è stato massacrato da scelte sbagliate e dalla vicinanza con la discarica. Adesso, grazie anche alla passione dei privati, c’è la possibilità di invertire la rotta. Torre Annunziata può e deve diventare una culla della ricerca scientifica, della formazione in medicina e della prevenzione. Insomma: un esempio di eccellenza».

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