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UNA BOCCATA DI OSSIGENO PER IL PD AVELLINESE.

Della disfatta, in parte annunciata, del Partito Democratico alle Amministrative di giugno si è detto molto. Per restare alla sola Campania, il partito di Renzi ha perso male a Benevento e si è suicidato a Napoli dove non è neppure riuscito ad arrivare al ballottaggio nonostante un candidato cinquestelle etereo e un Gianni Lettieri che anche al secondo tentativo non è mai riuscito a sfondare.

C’è però nella nostra regione un PD che vince. E’ quello del governatore De Luca che a Salerno ha imposto il candidato sindaco Vincenzo Napoli, lo ha fatto scendere nella mischia guardandosi bene dall’associare il suo nome al simbolo del partito, e ha vinto con percentuali bulgare.

Ma anche in provincia di Avellino, nonostante le difficoltà dovute all’assenza di un segretario provinciale e alla presenza – di contro – di un organismo a quattro teste quale l’ufficio politico nominato pro tempore per traghettare il partito verso il congresso, i democratici non escono lividi dalle urne.

Qui infatti, laddove c’è stato un confronto con i territori e i singoli circoli, utile alla creazione di liste che seppur prive di simboli partitici si reggevano su accordi politici replicanti lo schema di governo in Regione Campania, si è vinto. Al voto andavano 31 comuni, tutti al di sotto dei 15mila abitanti, molti dei quali sotto quota 5mila. Diverse le realtà in cui la presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio, che è anche dirigente nazionale dei democratici e fino a qualche settimana fa membro dell’ufficio politico di cui sopra, ha accompagnato i circoli nella ricerca di una sintesi elettorale con l’Udc di Ciriaco De Mita. In Irpinia lo scudo crociato è presente e radicato molto più che altrove, pertanto la D’Amelio ha scelto di lavorare a intese che guardassero all’Udc come naturale alleato visto la presenza degli uomini di De Mita nella maggioranza che sostiene il governatore De Luca.

Una decisione che è costata non poche critiche alla presidente, ma che le ha consentito di essere una delle poche a poter gioire nel Partito Democratico del risultato delle urne. Il PD si è riconfermato in quasi tutti i comuni, ha vinto a Serino dove sosteneva un candidato Udc e oggi ha due assessori in Giunta; ha vinto a Monteforte Irpino replicando lo stesso schema serinese. Ha vinto a Teora, Calabritto e Villamaina, è in maggioranza a Torella dei Lombardi. Solo per citare alcuni casi.

Soprattutto, ha incassato un clamoroso risultato a Lioni, paese della D’Amelio. Qui il candidato sindaco Yuri Gioino, sostenuto dalla presidente del Consiglio regionale, ha ottenuto circa il 77% delle preferenze annichilendo il suo avversario Andrea Pezzella e il sindaco uscente Rodolfo Salzarulo (candidato consigliere contro Gioino). Il caso lionese è balzato alla cronache, oltre che per il plebiscito a favore della nuova fascia tricolore, anche per la performance delle candidate donne. In Consiglio comunale ne siedono 5, tre delle quali in maggioranza. Le stesse tre sono risultate anche i primi tre più votati della tornata elettorale, ben oltre le 500 preferenze (su un bacino di votanti pari a 4444 persone), e oggi compongono assieme a un solo uomo la Giunta Gioino. Nel comune lionese infatti per la prima volta si votava con la doppia preferenza di genere e le urne hanno dimostrato che effettivamente la legge garantisce la parità nella rappresentanza. Non solo. La più votata della tornata elettorale in Irpinia è risultata Domenica Gallo che proprio a Lioni, dove era stata coordinatrice del locale circolo, ha messo insieme oltre 800 preferenze.

Una prova di forza del Partito Democratico che va in tutt’altra direzione rispetto all’andamento regionale e nazionale del partito di Renzi e che dimostra che laddove si lavora sui territori il PD è vivo e ha una solida leadership. Non si può dire lo stesso del centrodestra, che in Irpinia dimostra di essere ridotto all’osso e la spunta in pochi comuni, non riuscendo a presentare liste in molti altri. Inoltre qui il Movimento Cinque Stelle soffre un ritardo oggettivo rispetto ad altre realtà italiane: solo a Monteforte Irpino e ad Avella i pentastellati sono riusciti a scendere in campo, ma sono rimasti lontani dalla vittoria. Dell’Udc, infine, si è già detto.

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