Cultura

Un’Annunciazione di Pietro Negroni a Cassano allo Ionio

L’Italia è talmente ricca, non solo di bellezze naturali, ma soprattutto di tesori artistici, che anche una piccola cittadina, con meno di 20.000 abitanti, può offrire al visitatore un capolavoro del Cinquecento da ammirare, come nel caso di Cassano allo Ionio, dove, nel museo diocesano, da alcuni anni è esposta un’Annunciazione di Pietro Negroni , pittore di San Marco Argentano, vissuto tra il 1505 e il 1565. L’opera, datata 1552, era custodita sul primo altare a destra nella Chiesa San Francesco da Paola, di Cassano, e per restaurarla ci sono voluti molti anni, ma alla fine, nel contemplarla il vescovo della diocesi,  Francesco Savino , ha potuto esclamare: «E’ un invito a rendersi conto che è l’estetica che conduce all’etica, la ricerca della bellezza come armonia di forma e contenuto, che può aiutarci a rendere la vita più buona».

Pietro Negroni è attivo oltre che in Calabria anche a Roma e a Napoli, su molti aspetti della sua vita c’è ancora un alone di leggenda. Le sue opere sono capolavori dell’arte calabrese del ‘500.

La città di Cosenza nel ‘500 era uno dei centri più all’avanguardia del Regno di Napoli. In quel secolo operarono alcuni tra i più grandi ingegni che la Calabria abbia avuto: insigni letterati, filosofi, astronomi, e non ultimo pittori. Tra questi merita un ruolo di primo piano Pietro Negroni, i cui lavori arricchiscono ancora alcune delle chiese cittadine, e soprattutto la Galleria Nazionale di Palazzo Arnone.

Sulla sua figura grava ancora un forte alone di mistero. Incerta la nascita, incerta la morte, incerto il volto che aveva. Per lui, però, parlano le sue opere, alcune delle quali sono giunte fino a noi mentre altre sono andate disperse nel corso dei secoli.

Tradizionalmente se ne indica la nascita al 1505 e la morte al 1565, anche se diversi elementi mettono in dubbio tali date. Riguardo al luogo di nascita i più indicano con probabilità San Marco Argentano, mentre fonti minori parlano anche di Torzano, l’attuale Borgo Partenope, frazione di Cosenza.

Secondo la leggenda era un giovane pastore quando venne notato da un pittore cosentino mentre disegnava le pecore che gli erano affidate. La storia è in realtà quella di Giotto, che ben si adattava al Negroni vista l’assenza di notizie più precise sulla sua giovinezza. Riguardo alla sua formazione si sa che fu allievo di Marco Cardisco, altro celebre pittore calabrese del tempo.

Della sua vita si conosce che lavorò a Roma e soprattutto a Napoli, dove sono ancora visibili alcuni suoi dipinti la cui fama fa inserire il Negroni tra i principali protagonisti del Rinascimento meridionale. Non mancano importanti testimonianze della sua arte anche in Calabria, e soprattutto nella provincia.

Sulla base di una scoperta documentaria è stato espunto dal suo catalogo il polittico della chiesa di S. Maria Maddalena in Armillis a Sant’Egidio del Monte Albino (Salerno), realizzato da un certo Giovan Lorenzo Firello (o Ferrillo) tra il 1540 e il 1543. Per questo dettaglio invitiamo il lettore a consultare un mio scritto sull’argomento digitando il link

La città dei Bruzi ne conserva diverse. La Galleria Nazionale, ad esempio, custodisce la grande pala dell’Assunzione di Maria del 1554, la tavola con la Sacra Famiglia con S. Giovannino del 1557, e momentaneamente la Madonna con Bambino proveniente da Fiumefreddo Bruzio, attualmente in restauro. La chiesa delle Cappuccinelle possiede invece una bella Immacolata del 1558, ma è forse la chiesa di S. Francesco di Paola a conservare l’opera più bella: la Madonna con Bambino tra i santi Luca e Paolo. È un’opera imponente, realizzata dal pittore nel 1552 e ancora visibile nella chiesa per la quale venne realizzata, esempio di quanto l’arte nella città di Cosenza sia ancora alla portata di tutti.
Altre opere del Negroni sono presenti a San Marco Argentano, a Cassano, e soprattutto a Castrovillari, che conserva una splendida Madonna con Bambino in trono nella chiesa di S. Maria del Castello. Madonna col Bambino in trono fra i Santi Barbara e
Si tratta di veri e propri capolavori dell’arte in Calabria nel ‘500, per la quasi totalità esposti al pubblico e fruibili dai turisti o presso musei locali o presso le chiese per le quali vennero creati. Tesori da scoprire insieme ai mille altri che la Calabria racchiude.

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