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VENTI D’EUROPA: IL NAPOLI CALCIO E LA RIVOLUZIONE

È tempo di rivoluzioni in Europa. Rivoluzioni che navigano a vele spiegate controcorrente. Se la globalizzazione partorisce l’omologazione, l’unica arma di cui disponiamo per difenderci da questa forza è l’identità. La Grecia s’è fermamente opposta all’Europa delle banche, ricordandoci i valori della democrazia e la civiltà di un grande popolo che ha deciso di non piegarsi d’innanzi al debito attraverso un referendum. A guidare la Grecia in queste pericolose acque, con il coraggio di un comandante, è stato Alexis Tsipras dichiarando “Non è la Grecia che esce dall’Europa ma l’Europa che esce dalla Grecia. Perché la Grecia è l’Europa!”. Ma veniamo a noi. Il debito è la Bibbia dell’era moderna e anche il calcio ne è stato contaminato. Il nostro Napoli è l’unica squadra a rispettare le norme del fair play finanziario nel campionato italiano riuscendo a mantenere un livello di squadra più che competitivo. Non a caso è l’unica squadra ad aver conquistato per sei anni di fila la qualificazione in competizioni europee.

Il nostro Tsipras è nato a Bagnoli, figlio di operai dell’Italsider. Maurizio Sarri ha fatto tanta gavetta e ha una squadra da ricostruire sulle macerie del predecessore spagnolo Rafa Benitez. Lo scorso campionato il Napoli non ha avuto a disposizione una rosa in grado di competere per lo scudetto, ma sicuramente il quinto posto con cui s’è chiusa la stagione è stato molto ingeneroso considerando quante occasioni di superare la Roma al secondo posto sono state gettate al vento. A Benitez è bastato per fare il salto ed andare ad allenare la squadra dei sogni di chiunque: il Real Madrid. Il biennio rafaelita ha arrecato danni non indifferenti ai bilanci degli azzurri, innalzando il tetto ingaggi e facendosi sfuggire per due anni di fila la Champions, mancando così l’obiettivo che avrebbe portato 80 milioni di euro nei due anni.

Ma non bisogna demoralizzarsi. Il nostro Tsipras non chiede Mascherano, non ama i proclami e bada molto più al lavoro che alle parole. E mentre Benitez è fuggito da Napoli dopo la sconfitta con la Lazio e non ha perso tempo a commuoversi per i nuovi tifosi, mostrando di non essere mai riuscito in due anni a capire la città, il nuovo Napoli ha imparato la lezione ed è ripartito da chi ha sangue napoletano. Ma non solo, il primo acquisto ha il cuore azzurro. A Pepe Reina è bastato un anno a Napoli per restarne incantato al punto che durante la stagione al Bayern Monaco si è perso il conto delle sue fughe napoletane. Altra rivoluzione con il romagnolo Valdifiori, il regista che sia Mazzarri che Benitez non hanno mai voluto per incompatibilità con il loro modulo. I venti rivoluzionari greci c’hanno portato tra le braccia di Eolo anche un direttore sportivo. Cristiano Giuntoli, finalmente l’uomo-società in grado di svolgere trattative nel migliore dei modi, cedere Britos e acquistare Allan sarebbe un doppio colpo. Centrocampo completamente rivoluzionato, con i giusti innesti anche nelle retrovie; questo Napoli ci potrà sorprendere.

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