Economia e Welfare

Verso scostamento da circa 40 miliardi, ristori per 2 mesi.

Altri 40 miliardi, da immettere nell’economia a stretto giro, per dare ossigeno alle imprese e preparare la ripartenza: il governo è pronto a chiedere il nuovo scostamento da circa due punti e mezzo di Pil, per garantire alle aziende la liquidità, per dare altri ristori – parametrati su due mesi anziché su uno solo – soprattutto a chi è stato chiuso per limitare i contagi – e per abbattere alcuni costi fissi, dall’Imu agli affitti, per i settori più danneggiati dall’emergenza Covid.

Lo scostamento servirà anche a finanziare il fondo per le opere escluse dal Recovery ma che si vogliono comunque includere tra quelle prioritarie per i prossimi anni. L’operazione va di pari passo alla preparazione del Documento di economia e finanza, che disegnerà la cornice macroeconomica del prossimo triennio, ma avverrà in due step: un primo Consiglio dei ministri già oggi esaminerà la relazione al Parlamento con la richiesta del nuovo extradeficit, mentre per l’ok al Def ci sarebbero ancora alcuni capitoli aperti e servirebbe un supplemento di riflessione per trovare la piena convergenza.

Si tratterebbe però, da sapere Palazzo Chigi, solo di qualche limatura. L’obiettivo resta comunque quello di chiudere questo capitolo entro la settimana, in modo da avviare l’iter per ottenere l’ok dal Parlamento e procedere con il decreto Sostegni bis. Ma anche per concentrarsi sulle ultimi dettagli del Recovery.

Il Piano di fatto si sovrappone al Piano nazionale di riforma che i governi sono chiamati ad allegare ogni anno al Def, per indicare a Bruxelles i progetti delle riforme e rispondere alle raccomandazioni della Commissione per ogni Paese. L’orientamento è quindi quello di presentare un unico documento, il Pnrr appunto, appena sarà completato e illustrato al Parlamento, entro la fine del mese. Già con la relazione al Parlamento, però, dovrebbero arrivare prime indicazioni anche sul Recovery, visto che una quota del deficit aggiuntivo andrà a creare la dote per il Fondo “complementare” al Pnrr. Si tratterà anche in questo caso di un fondo pluriennale da circa 4-5 miliardi l’anno a partire dal 2022 e un primo finanziamento, forse di minore entità, già dal 2021. In tutto si oscilla tra i 20 e i 30 miliardi, cifra delle proposte in esubero indicata dallo stesso Ragioniere generale dello Stato Biagio Mazzotta qualche giorno fa. La Ue peraltro ha posto paletti ben precisi: i progetti, ad esempio, non devono superare l’orizzonte temporale del piano – il 2026 – e i fondi comuni non devono essere utilizzati per coprire spesa corrente, strutturale. La manutenzione delle strade, ad esempio, sarebbe una delle voci in bilico che potrebbe ‘traslocare’ al Fondo ad hoc.

Anche altre voci del piano sono ancora in fase di studio (si starebbe ragionando, ad esempio, di rafforzare la dote per la banda larga), e dalla composizione dei vari capitoli di spesa dipenderà anche l’impatto positivo dei progetti sul Pil (il tendenziale dovrebbe essere fissato al 4,1% nel 2021 e al 4,3% nel 2022). Un effetto lo avranno anche i 40 miliardi di nuovi aiuti: il pacchetto di misure è ancora in valutazione, e andrà coordinato con le modifiche al decreto Sostegni 1. I senatori sono intenzionati a difendere il loro ruolo e chiedono in particolare di poter intervenire su quelle misure che non hanno bisogno di operatività immediata. Con i 550 milioni a disposizione, insomma, si potrebbe prorogare fino alla fine dell’anno l’esonero dalla tassa sul suolo pubblico per bar e ristoranti che hanno tavolini all’aperto (una delle caratteristiche che potrebbe peraltro essere valutata nel calendario delle riaperture), che costa circa 140 milioni, e vorrebbero completare l’azione sui costi fissi con lo stop anche alla seconda rata Imu per gli alberghi e l’estensione dell’esonero anche alle attività della ristorazione (che costerebbe circa altri 450 milioni). Il rinnovo del credito di imposta per gli affitti dovrebbe invece arrivare con il decreto Sostegni bis che replicherà anche i ristori per chi ha avuto perdite sostenute.

L’idea è quella di mantenere l’attuale meccanismo, che garantisce velocità nell’erogazione dei contributi grazie alla piattaforma Agenzia delle Entrate – Sogei, ma si starebbe valutando come “pesare” i nuovi ristori per vedere se si riesce a mirarli meglio verso le attività più colpite.

Ansa

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