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YEMEN ,TROVATO ACCORDO SULLA TREGUA

António Guterres,  Segretario Generale dell’Onu con queste parole,  «È l’inizio della fine della crisi in Yemen», ha salutato il raggiungimento dell’accordo tanto atteso dalla comunità internazionale siglato ieri in Svezia tra i ribelli huthi e il governo legittimo yemenita sostenuto dalla coalizione internazionale a guida saudita. Con l’accordo, si è giunti ad una tregua nell’area di Hodeidah e di Taiz, città nel sud-est del paese, entrambe controllate dagli huthi e assediate dalle forze lealiste. La sigla della tregua giunge anche un filo di speranza ai circa 24 milioni di civili,  considerato che la metà dei quali sono bambini, la cui sopravvivenza dipende, secondo le Nazioni Unite, dagli aiuti umanitari provenienti dalla comunità internazionale e che passano per l’ottanta per cento proprio dalla città di Hodeidah, porto strategico sul Mar Rosso. I funzionari delle Nazioni Unite, dalle ONG e dalle Agenzie Internazionali, parlano di un intesa storica, formalizzata da una stretta di mano tra i capi delle due delegazioni. Resta fondamentale l’intesa, per il ritiro degli huthi dal porto di Hodeidah, ha spiegato Griffiths, «Lo schema del ritiro, prima dal porto, avverrà molto velocemente, nel giro di giorni. Successivamente i ribelli si ritireranno dalla città. Entrambe le parti cesseranno gli attacchi». L’accordo, ha evidenziato l’alto funzionario dell’ONU  António Guterres «avrà un impatto enorme sulla situazione umanitaria e sulla sicurezza». È stata dunque rispettata la principale condizione posta dall’Onu durante i negoziati, ovvero rendere Hodeidah una zona neutrale, protetta da un cessate il fuoco di lunga durata, in modo da consentire l’arrivo e la diffusione degli aiuti umanitari alla popolazione in modo da lenire le sofferenza diffuse in tutto il paese. È chiaro che, nonostante l’accordo, il negoziato va avanti a vantaggio del popolo yememita.

Raffaele Fattopace 

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