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I MITI DI NAPOLI : STORIA DI PORTA NOLANA

Napoli è una delle poche città in cui passato e presente coesistono perfettamente. La storia di questo capoluogo è percepibile in ogni pietra, in ogni palazzo e in ogni piazza. Particolarmente interessanti sono le Porte napoletane e tra queste ,una delle più importanti e famose è quella di Porta Nolana .La quattrocentesca Porta Nolana, ubicata in piazza Nolana nei pressi di piazza Garibaldi, è riconoscibile un arco a tutto sesto in marmo incastonato tra due imponenti torri in piperno, denominate Torre della Fede (o Cara Fè) e Torre della Speranza. Così chiamata in quanto direzionata verso il borgo antico di Nola, fu realizzata in sostituzione della porta di Forcella, detta del Cannavaro. Il bassorilievo marmoreo presente sul portale raffigura il re aragonese Ferrante I a cavallo a cui si aggiungono gli stemmi regali aragonesi ed angioini, la rappresentazione della città di Gerusalemme, i gigli e degli scudi sannitici. La facciata che dà su Via Nolana presenta un busto seicentesco di San Gaetano. Il nome è legato alla strada che portava a Nola. La costruzione della nuova Porta fu affidata allo scultore e architetto Giuliano da Maiano che realizzò sull’arco a tutto sesto un bassorilievo rinascimentale rappresentante Ferrante I d’Aragona, a testa scoperta, con indosso l’armatura e la corona, in groppa a un cavallo. Al di sotto della scultura manca la scritta “Ferdinandus Rex / Nobilissimae Patriae”. Il fornice della Porta è rivestito da un’ornia di marmo incorniciata da un toro e sovrastata da tre stemmi sporgenti. Quello centrale raffigura le armi aragonesi intrecciate con quelle angioine e presenta le Fasce di Francia e della casa d’Angiò, le armi d’Ungheria, i gigli e la città di Gerusalemme, la croce potenziata e quattro croci più piccole. Laterali vi sono due scudi sannitici raffiguranti armi ormai non più visibili. Nello spessore del muro vi è ancora la scanalatura per la saracinesca. La Porta mostrava inoltre un affresco di Mattia Preti con protagonista san Gennaro, in compagnia di san Francesco e santa Rosalia, mentre riceve l’apparizione dell’Immacolata con il Bambino Gesù in braccio. Il Santo Patrono chiede alla Madonna di aiutare la popolazione napoletana falcidiata dalla peste. L’affresco è stato però totalmente cancellato, probabilmente nell’Ottocento.

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