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Post Elezioni: Accordo Di Maio-Salvini per l’elezioni dei presidenti. Di Maio: “Votiamo Fico alla Camera, sosteniamo al Senato la forzista Casellati”

ACCORDO LEGA – CINQUESTELLE

Stamane giornata decisiva per le consultazioni e votazioni per l’elezioni del Presidente del Senato e della Camera. La corrida politica e’ iniziata, le grandi manovre sono all’ordine del giorno e probabilmente dopo questa tornata mattutina saranno un po’ piu’ chiare le posizioni di tutti i protagonisti politici.

L’APPARENTE RIDIMENSIONAMENTO DI BERLUSCONI

L’accordo tacito e sottobanco tra Lega e Cinquestelle per il governo, ha notevolmente ridimensionato la figura di Berlusconi, che ha ricevuto il  rifiuto alla candidatura del suo fedelissimo Paolo Romani alla Presidenza del Senato, e ha visto notevolmente ridimensionarsi il suo peso politico, soprattutto per l’affronto subito dal suo alleato leghista Salvini.

DI MAIO ALL’ASSEMBLEA 5STELLE: “VOTIAMO FICO ALLA CAMERA E CASELLATI AL SENATO”

Nella notte infatti i due leader rispettivamente di Lega e Cinquestelle , Salvini e Di Maio dopo il niet di Forza Italia per il pentastellato Fraccaro a Montecitorio e il passo indietro per la Bernini al Senato, sono giunti ad un accordo per Roberto Fico alla Camera e la Forzista Berlusconiana Casellati al Senato, gradita anch’essa al Centro Destra. Le  votazioni sono ancora in corso, ma facendo i debiti scongiuri dovrebbero essere loro a sedersi sulle rispettive poltrone del parlamento. Di certo le sorprese  non mancheranno in questo turbuillon di emozioni risalenti al 4 Marzo data della tornata elettorale, dove si evince chiaramente la necessita’ da parte del centro-destra con  l’ala piu’ dura con a capo Toti di ridimensionare lo scettro di Berlusconi per mantenere le poltrone garantite da Salvini.

IL PD  FARA’ OPPOSIZIONE DURA

Il Pd guardato a vista da Renzi con Martina Reggente,  al momento votera’ anche se in modo apparentemente ininfluente Giachetti alla Camera e Fedeli al Senato, per fare opposizione e sperare in un passo falso dei due partiti che si spartiscono la maggioranza, per poi vederli ridimensionati alla prossima tornata elettorale.

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