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Achille Colombo Clerici: “Infrastrutture ferroviarie e corridoi europei – Terzo Valico e raddoppio della Monza Chiasso – Corridoio Europeo 24”

Il completamento del tunnel ferroviario del Monte Ceneri in Canton Ticino – inaugurato il 4 settembre scorso – che conclude la gigantesca opera di trafori alpini nota come AlpTransit è fondamentale per la realizzazione del Corridoio europeo 24 – inserito tra le 30 opere prioritarie dell’Unione – destinato a rivoluzionare i collegamenti tra Genova e Amsterdam velocizzando notevolmente il trasporto di persone e merci in numero e quantità.

 La Lombardia ed il suo capoluogo sono interessati dall’opera che, a Milano, intercetta il Corridoio 5, l’altro grande asse ferroviario europeo Lisbona- Kiev. Il Corridoio 5 tocca i porti di Venezia e Trieste i quali, con quello di Genova, rappresentano i più importanti terminali mediterranei della Nuova Via della Seta, la colossale infrastruttura marittima e ferroviaria (68 i Paesi interessati) che la Cina sta realizzando per incrementare l’interscambio tra Asia ed Europa. Melzo, l’hub ferroviario italiano, è in attività da oltre un anno e mezzo.

 Purtroppo manca un tassello importante al corridoio Genova-Rotterdam: mentre i lavori sulla Genova-Milano proseguono (l’apertura del Terzo valico dei Giovi avverrà nel 2023), il potenziamento della linea Chiasso-Monza (raddoppio dei binari, da due a quattro) resta in sostanza sulle ginocchia di Giove. I costi di progettazione e di realizzazione non sono ancora finanziati anche se sono in corso lavori di adeguamento tecnologico. Si corre così il ‘rischio imbuto’ a sud di Chiasso, che vale ovviamente anche nella tratta opposta, da Genova a Chiasso.

Secondo l’Osservatorio delle Infrastrutture del Nord-Ovest nel 2025 ogni giorno passeranno il confine in direzione Milano 98 treni pendolari (nel 2015 erano 37) e 170 treni merci (nel 2015 erano 44).

 Tra i progetti in corsa per le risorse del Ricovery Fund un posto in prima linea dovrebbe quindi essere riservato alla Monza – Chiasso.  Teniamo presente che il trasferimento su ferrovia di buona parte delle merci che oggi viaggiano su gomma  decongestionerebbe l’area metropolitana milanese con notevole riduzione dell’inquinamento atmosferico, che supera di gran lunga i limiti imposti dall’Unione Europea con il rischio di sanzioni; e soprattutto diminuirebbe le conseguenze nocive per la salute della popolazione.

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