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ACHILLE COLOMBO CLERICI: “UN’ITALIA FLESSIBILE ED EFFICIENTE”

Qual è il giudizio dell’U.E. sull’economia italiana?

Il sistema economico del nostro Paese, nella prospettiva della ripresa post-Covid, si conferma più vulnerabile delle altre economie forti del Continente. Il più recente rapporto della Commissione europea, confermando che la crisi del 2020  ha colpito in maniera diversa i Paesi europei, anticipa di  intravvedere la «luce in fondo al tunnel» con il ritorno a livelli pre-pandemici entro l’anno prossimo. Ma ci sono alcune eccezione, tra le quali l’Italia. Per citare, la Francia, la cui economia presenta molte analogie con la nostra, crescerebbe  nel 2021 di due punti percentuali in più rispetto alla nostra; ed anche nel 2022, la Francia dovrebbe fare meglio dell’Italia. Inoltre, l’esecutivo comunitario proietta la zona euro a un’espansione del 3,8% nel 2021 /2022 , con valori di stima in entrambi i casi superiori a quelli dell’Italia.

In sintesi, quando le cose vanno male in generale, per l’Italia vanno un po’ meglio di quanto previsto e magari di quanto vadano in altre aree d’Europa. Ma quando c’è la ripresa, il nostro rimbalzo delude.

E’ pur vero che le previsioni invernali della Commissione sono state stilate senza tener conto del Recovery Fund che dovrebbe perciò migliorare la prospettiva globale, anche se la previsione continentale è soggetta a molteplici rischi, legati per esempio a nuove varianti del virus Covid-19 e alla generale situazione epidemiologica. Superato un primo trimestre particolarmente difficile, l’economia dovrebbe rimbalzare nella primavera e poi nella seconda parte dell’anno: tutto dipende dai nuovi vaccini che dovrebbero essere finalmente a disposizione.

Dal commissario agli affari economici Paolo Gentiloni vengono parole di cauto e ragionato ottimismo.  Gentiloni consiglia ai Paesi di agire con flessibilità quando si tratterà di ritirare le speciali misure di sostegno al lavoro (la cassa integrazione in Italia). La decisione su come uscire da questa situazione di emergenza è una decisione politica molto, molto importante. Farlo anzitempo rischia di diminuire le chances di ripresa.

Se alcuni Paesi, tra cui l’Italia, avranno nell’immediato una crescita del Pil inferiore alla media europea, il livello del Pil 2021-2026 potrebbe essere più alto, del 3%-3,5%.    E c’è fiducia nel governo italiano presieduto da Mario Draghi, “efficiente ed europeista”.

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