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Al centro Hurtado focus informativo sul sito di compostaggio che il comune vorrebbe a Scampia

“L’impianto di compostaggio a Scampia? Un’opportunità di riqualificazione del territorio”: è così che il vicesindaco di Napoli , Tommaso Sodano ha definito l’impianto di compostaggio che dovrebbe essere realizzato nell’area nord di Napoli. All’indomani del parere espresso dal Consiglio Regionale, che ha espresso contrarietà alla costruzione del sito, è stato organizzato un incontro divulgativo presso il centro Hurtado , al fine di informare la cittadinanza sulle caratteristiche e i presunti vantaggi del sito di compostaggio e per rassicurare gli abitanti di Scampia, molti dei quali allarmati dall’impatto ambientale dello stesso sull’area circostante.

L’incontro, al quale ha preso parte il vicesindaco, Tommaso Sodano e il dott. Sergio D’Angelo , direttore della Gesco, è stato preceduto da una breve introduzione di padre Valletti del centro Hurtado che ha sottolineato: “Questo è un centro di formazione frequentato da ragazzi, estraneo a qualunque partigianeria politica”, escludendo, dunque ogni presa di posizione sulla validità della scelta politica. Dopo la visione di un breve video introduttivo tratto dal film Trashed, in cui è documentata la tragica situazione dei rifiuti in Libano,si sono alternati brevi interventi dei presenti in sala , esponenti delle varie associazioni e partiti politici.

C’è chi, ha espresso da semplice cittadino di Scampia un si con riserva , auspicando la presenza in loco di impianti di videosorveglianza e il bilanciamento dei disagi a Scampia con un contropartita ragionevole. “Abbattimento delle Vele, riqualificazione del territorio, risoluzione dei problemi e disagi legati alle precarie condizioni dei Rom accampati in zona”: questo l’auspicio di Lino Chimenti un cittadino legato ai comitati Stop biocidio, Comitato No fuochi e No discariche.

“Non è più tempo di fermarsi ai buoni propositi, ma di passare ai fatti: Se è vero che la competenza dei trasporti e quindi anche del metrò di Scampia è regionale, è pur vero che l’area adiacente può essere riqualificata ed abbellita. La qualità della vita del quartiere è decisamente bassa e sarebbe ora di correre ai ripari”.

Contrari da sempre a discariche ed inceneritori e impianti a biomassa sono anche i Cittadini campani per un piano alternativo dei rifiuti. Richiamandosi alla normativa europea che prevede il riciclo dei rifiuti, essi auspicano l’uso anche domestico di impianti di compostaggio o di impianti di piccole dimensioni, prospettati dal movimento 5 stelle, e, solo in ultima analisi , l’impianto di digestione anaerobica ipotizzato dal comune. Quest’ultimo, programmato per trattare ben 20000 tonnellate di umido, è concepito per in modo tale che, lo scarto trattato, in assenza di ossigeno, produca biogas.

“Sarebbe auspicabile un piccolo impianto di 60000 tonnellate” – ha dichiarato Maria Muscarà del movimento 5 stelle.

Brillante l’intervento di Ciro Totaro del movimento 5 stelle, attivista e cittadino dell’area Nord di Napoli, membro di un gruppo di studi che nel dicembre del 2013 donò al comune di Napoli un piano per la gestione dell’umido totalmente fondato sull’aerobico, piano totalmente ignorato – sostengono gli attivisti del movimento- sia dagli ambienti di sinistra che di destra”.

“L’impianto proposto dal comune- ha dichiarato- è un impianto aerobico-anaerobico finalizzato alla produzione di biometano ( circa 1mw). In esso la frazione organica viene sottoposta ad un processo anaerobico al fine di estrarre metano impuro, da ridurre successivamente a biometano. Infine, il digestato viene sottoposto alla fermentazione aerobica. Il composit prodotto da tale impianto ne esce notevolmente impoverito”. “Scampia – dichiarano gli esponenti del movimento 5 stelle- con i suoi 41000 abitanti, dovrebbe smaltire circa 6000 tonnellate di umido non impattane, richiedendo un impianto aerobico, non certo un impianto anaerobico da 20000 tonnellate”.

“Il mio auspicio- ha dichiarato invece il vicesindaco Sodano- è che venga istituito un comitato tecnico tra gli abitanti di Scampia onde monitorare il processo di trasformazione dei rifiuti.

“il composit prodotto- ha dichiarato- sarà di altissima qualità” e ha rassicurato i cittadini di Scampia: prima o poi ci sarà riqualificazione del territorio, abbattimento delle vele e fornitura dei servizi essenziali ai Rom.

Anche D’Angelo (Gesco) ha voluto rassicurare i cittadini, precisando, tuttavia, che non siano ammissibili critiche da parte di esponenti delle precedenti amministrazioni che hanno determinato le criticità dell’emergenza rifiuti a Napoli.

“Respingo le critiche degli speculatori e tengo a precisare che la soluzione individuata è migliorativa rispetto a quella del 2011, quando i bandi andarono deserti. Non abbiamo inventato nulla, ma solo migliorato la tecnologia applicata e in uso in cinque impianti in Italia: quest’impianto, altamente innovativo avrà il costo di 16 milioni di euro appena. Una banca no profit- ha concluso- emetterà bond sociali per ridurre la spesa delle imposte locali. La stima della spesa pubblica ridotta è quantificata nella misura di 700000 euro annui che probabilmente saranno vincolati ad una clausola sociale : obbligo di reinvestire tale importo nell’utile sociale”.

Intanto, il Comitato Vele di Scampia , insieme alle associazioni del territorio, ha indetto, per il prossimo 4 marzo, una manifestazione a Roma al fine di chiedere al governo Renzi i finanziamenti necessari per riqualificare il quartiere Scampia e trasformarlo da “quartiere monouso a quartiere metropolitano”.

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