Economia e Welfare

ANTONIO BASSOLINO INCONTRA LA CITTA’ PER DISCUTERE DI POLITICHE SOCIALI

Dignità e cittadinanza sociale è il tema dell’incontro tenutosi ieri, 25 febbraio, al Don Bosco a Napoli, tra Antonio Bassolino e la città di cui si candida, ancora una volta, a diventare sindaco. Un tema che egli tiene a pronunciare e sottolineare, perché «anche le parole hanno un senso».

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A coordinare l’evento Samuele Ciambriello, che in apertura dichiara che «in vecchiaia ci si pente soprattutto per i peccati non commessi, e si dovrebbe chiedere scusa per gli errori di valutazione su uomini e donne commessi quando si è fatto politica», riferendosi a taluni voltafaccia di ex fedelissimi di quello che è stato sindaco del capoluogo partenopeo e Presidente della Regione Campania. «Dignità e cittadinanza sociale – prosegue Ciambriello – sono due facce della stessa medaglia. Oggi, in un contesto così vasto come quello della città metropolitana di Napoli, la dignità e la cittadinanza sociale sono completamente perse. Credo che per far risorgere la città ci sia bisogno di verità. I cittadini non vogliono sentire panzane né proclami. C’è la necessità, la radicale esigenza di verità, dobbiamo poter parlare della Napoli che abitiamo, per come è, fare un’analisi chiara e impietosa, nominare i punti cruciali della crisi, senza infingimenti». E così all’ordine del giorno balzano i centri di assistenza e le case di accoglienza per le donne maltrattate, le strutture residenziali e semiresidenziali per soggetti con fragilità sociali, che siano bambini, anziani o stranieri, gli interventi di sostegno ai minori e ai nuclei familiari anche attraverso l’affido e l’accoglienza in strutture comunitarie. E ancora, misure di sostengo alle madri in difficoltà, la consulenza e l’aiuto a persone minacciate di violenza fisica, sessuale e psicologica, e gli interventi per l’integrazione sociale dei disabili.

Antonio Bassolino inizia col ringraziare tutti coloro che sono accorsi, e che hanno «accolto l’invito a riflettere insieme su un tema di enorme importanza come quello delle politiche sociali. Vorrei esprimere – continua poi – in modo davvero essenziale, qualche considerazione. Innanzitutto, penso che noi dobbiamo riprendere un discorso interrotto da tempo. Anche per questo mi candido. A volte, girando nei quartieri, in tutte le municipalità, dopo giornate molto faticose, mi viene da chiedermi: dove eravamo rimasti? Tra le tante collaborazioni, tra i tanti progetti fatti o anche solo avviati, dobbiamo riprendere un cammino lasciato in sospeso, e dobbiamo farlo in modo convinto».

«Mi capita a volte che mi ricordino cose che nella mia stessa mente non avevano più il posto giusto. Mi ha colpito per esempio che a Secondigliano, una persona anziana mi abbia chiesto come mai non ci siano i nonni civici. Si tratta di un’iniziativa molto semplice che facemmo quando io ero sindaco a costo zero; ci rivolgemmo, anche attraverso i sindacati, a tanti anziani, e i nonni civici stavano fuori alle scuole, seguivano i bambini all’entrata e all’uscita dalle scuole, si sentivano utili e avevano una funzione da svolgere nella comunità. Nei quartieri spagnoli una signora mi ha ricordato l’esperienza dei nidi di mamma, un’esperienza d’avanguardia che facemmo tra il ’96 e il ’97, cioè stabilimmo un vero e proprio patto con le donne dei quartieri spagnoli. Grazie anche al fatto che a Roma c’era un ministro sensibile come Livia Turco, davamo a queste donne un piccolo reddito – parliamo di donne che erano in condizioni difficili – che si chiamava reddito di inserimento, e in cambio queste donne dovevano garantirci che i figli andassero a scuola di mattina, e che vi tornassero anche nel pomeriggio quand’erano aperte, e curavano gli spazi pubblici, condivisi, davanti alle loro abitazioni».

Alla fine, annuncia chiaramente qual è l’esigenza più impellente adesso, ed è quella di «mettere al primo posto a Napoli, in Campania e a livello nazionale il contrasto alla povertà. Noi abbiamo 4 milioni di poveri assoluti, e dai 7 agli 8 milioni di poveri relativi, e siamo l’unico Paese in Europa, assieme alla Grecia, a non avere nessuna legge seria al riguardo. E il sindaco di Napoli deve condurre una battaglia nazionale perché ci sia una legge di contrasto alla povertà, e deve spingere la Regione a riprendere il discorso interrotto sul reddito di cittadinanza. Noi viviamo un vero e proprio paradosso: negli ultimi anni, dal 2007/2008 circa, la crisi economica internazionale e italiana ha impoverito il Paese. Lo vediamo dovunque, anche qui a Napoli. Mentre la città si impoveriva, però, venivano addirittura cancellate le politiche sociali che servivano ad attenuare la povertà.

È il modo più giusto per contrastare la criminalità diffusa, che è soprattutto criminalità giovanile, e dobbiamo capire che mentre con la vecchia criminalità servivano soprattutto magistrati, poliziotti e carabinieri, quando adesso siamo in presenza di giovanissimi criminali, servono ancora i magistrati e la legge, ma servono soprattutto più maestri, più educatori sociali, più palestre per i ragazzi e iniziative culturali. Ed è questa la spinta di cui abbiamo bisogno». Ed è un obiettivo che si può raggiungere soltanto attraverso la collaborazione di tutti i napoletani, al di là delle differenze politiche ed ideologiche.

 

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