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ATTENTATO DI DORTMUND: NON CI SONO PROVE PER ARRESTARE L’IRACHENO ACCUSATO DI ATTENTATO

A due giorni di distanza dai fatti di Dortmund, le autorità tedesche hanno rivelato che non ci sono prove per portare in carcere il 25enne iraniano Abdul Beset A., il ragazzo arrestato perché accusato di aver piazzato tre ordigni nei pressi dell’autobus che doveva trasportare i giocatori della squadra tedesca allo stadio di casa per giocare i Quarti di Champions League contro il Monaco. Questo è il comunicato della polizia tedesca: “Le indagini non hanno fornito finora nessuna prova che l’accusato abbia partecipato all’attacco”.  Quindi ad oggi non si conosce ancora il volto e il nome dell’autore di quel gesto di due giorni fa fuori alla sede del club giallonero, nonostante sul luogo del “delitto” sono state ritrovate diverse lettere di “rivendicazione” da parte dell’ISISS. Ieri le autorità stavano decidendo se confermare lo stato di fermo nei confronti dell’accusato.

Pare che le autorità abbiano arrestato il ragazzo perché nel 2014 è entrato a far parte del proclamato “stato islamico”. Nello stesso anno l’uomo guidava già un piccolo gruppo di una decina di persone; mentre l’anno dopo lo stesso è entrato in Turchia per poi spostarsi l’anno scorso il Germania mantenendo i contatti con i “ribelli” islamici. Questo è il motivo per cui le autorità tedesche si sono spinte ad arrestare il 25enne.

L’arbitro italiano Daniele Orsato, il direttore di gara che ha diretto proprio quel Quarto di Finale, intervistato dal ‘Quotidiano Sportivo’, dichiara le sue sensazioni durante la partita: “L’altra sera, nonostante quello che è accaduto al pullman della squadra, i tifosi erano pronti a godersi la partita, apparentemente sereni e così è andata fino alla fine”. Poi dopo lo stesso ricorda i tragici scontri che avvennero prima della Finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina. Quella sera a perdere la vita fu il tifoso partenopeo Ciro Esposito: “Per forza ho ricordato la notte più brutta della mia vita, quando ho diretto la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina e nello stadio si sentiva quel che stava succedendo, c’era presagio di tragedia. Mi venne un terribile mal di testa che mi sono portato fino a casa. Non dimenticherò mai quella notte”.

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