Cultura

Banksy omaggia il sistema finanziario britannico mettendo all’asta una sua opera

Banksy, l’artista di strada britannico, ha messo in vendita uno dei suoi quadri per finanziare il sistema sanitario britannico, il National Health Service.

L’autore è considerato uno dei maggiori esponenti della street art, la cui vera identità rimane ancora sconosciuta. Le sue opere sono spesso a sfondo satirico e riguardano temi come la politica, la cultura e l’etica.

Banksy questa volta tocca un argomento che ad oggi ci riguarda e che ormai fa parte della nostra quotidianità. Il dipinto, denominato “Game Changer” mostra un bambino che gioca con dei pupazzi supereroi ma preferisce quello di un’infermiera con la mascherina a Batman e Spiderman, che lascia in un cestino.

Secondo quanto riporta la Bbc, il quadro era apparso nel Southampton General Hospital durante la prima ondata della pandemia e Banksy ha deciso di vendere al miglior offerente la tela originale, mentre una riproduzione dell’opera rimarrà nell’ospedale.

Quando la foto è stata svelata per la prima volta, una nota diceva:  “Thanks for all you’re doing. I hope this brightens the place up a bit, even if it’s only black and white.“, “Grazie per tutto quello che stai facendo. Spero che questo illumini un po’ il posto, anche se è solo bianco e nero.”

Il dipinto dell’artista è stato valutato alla cifra di 2,5-3,5 milioni di sterline dalla casa d’aste Christie’s, una quota che secondo Banksy dovrà essere destinata al finanziamento sanitario britannico (Nhs) come “omaggio universale” al personale degli ospedali del Paese impegnato nella lotta al COVID-19.

La tela originale “Game Changer” sarà esposta per la prima volta nella sede della casa d’aste Christie’s a Londra dall’8 al 15 marzo per essere venduta al miglior offerente il 23 marzo.

Banksy ha voluto chiaramente omaggiare il lavoro di tutto il personale medico che si trova a combattere in prima linea la pandemia, sottolineando il fatto che in questo periodo durissimo per tutti, i veri supereroi sono proprio i medici. E nella speranza che un giorno questa crisi possa essere sconfitta.

 

A cura di Federica Chiapparelli 

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