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CAMPANIA, DE LUCA: “PER IL SUD DOBBIAMO FARE DI PIU'”

Dobbiamo fare di piu’. E’ insufficiente il quadro legislativo attuale per affrontare il problema della disoccupazione giovanile al Sud, intanto i giovani misurano il senso di civiltà degli altri Paesi e preferiscono vivere all’Estero”. Così dichiara,  il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, nel suo intervento al convegno organizzato da Il Mattino al Mercadante dal titolo ‘Avere 20 anni al sud’ con il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, aggiungendo che: “Alcuni dati sono impressionanti  200mila giovani laureati sono andati via dal Centro Sud negli ultimi 15 anni dal Mezzogiorno. Il centro nord ha recuperato tutti i posti di lavoro perduti negli anni della crisi, nel Sud invece siamo sotto le 400mila unità. La questione economica e sociale rischia di diventare una questione democratica, rischiamo la desertificazione delle aree interne, un’emorragia del capitale umano piu’ prezioso che abbiamo, e rischiamo di non fare quello che dobbiamo fare. Diamoci un quadro realistico, l’Italia ha vinto la prima sfida, quella di uscire dalla crisi anche grazie al contributo straordinario della Campania che nel 2016 ha fatto registrare un aumento del Pil del 2-4 %. Il problema è che siamo davanti alla sfida più difficile, recuperare il divario di sviluppo e produttività rispetto alla Germania, alla Francia, alla Sud Corea e al Giappone. Abbiamo invertito la rotta, ma la sfida vera è avere le percentuali di sviluppo per fermare l’emorragia di giovani che stiamo registrando verso il nord e verso l’estero”. Infine per De Luca: “C’è un elemento che ci impedisce di colmare il gap col resto del mondo: il groviglio burocratico che blocca l’Italia. I giovani viaggiano e misurano il divario di civiltà tra l’Italia e il resto del Mondo  , e non sono più disposti a vivere in un Paese dove non viene esaltato il merito, ad accettare condizioni da quarto mondo, nel confronto tra il sud della Gran Bretagna, la Francia e il la nostra realtà, ci saranno giovani che preferiscono vivere all’estero. C’è un elemento nel nostro Paese che ci impedisce di non colmare il divario con la Germania o gli USA nell’incremento del Pil, ad oggi manca una riforma strutturale vera, una riforma capace di liberare l’Italia dal groviglio burocratico, amministrativo e giudiziario che la paralizza. Ma questo dato è assente nel dibattito politico. Abbiamo duecentomila leggi, tempi di decisione infiniti, totalmente scollegati dai tempi dell’economia, una pubblica amministrazione invecchiata e inefficiente. E’ una cappa di piombo sulle energie vitali del Paese, che rimane sullo sfondo”.

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