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Cancro del pancreas: premio “Giambruno” all’oncologa irpina Carmen Belli

E’ il “killer” del nostro secolo il cancro del pancreas, per il rapido e progressivo incremento della sua incidenza, per la sua difficile identificazione in una fase precoce del suo sviluppo per cui la maggior parte dei pazienti, al momento del riscontro diagnostico, sono inoperabili o possono essere sottoposti a un intervento chirurgico non radicale. Anche la radioterapia e la chemioterapia hanno solo finalità palliative. Per tale motivo la qualità di vita di questi pazienti è molto scadente e il trattamento di questa neoplasia rappresenta, troppo spesso, una sconfitta per chirurghi, radioterapisti e chemioterapisti e un’esperienza molto dolorosa per l’ammalato e per il suo nucleo familiare. I ricercatori di tutto il mondo sono impegnati per comprendere meglio la biologia del cancro del pancreas, la sua storia naturale e la sua aggressività.

Proprio per il contributo dato alla ricerca sul cancro al pancreas l’oncologa Carmen Belli, ricercatrice irpina originaria del Comune di Montefalcione, che lavora all’Ospedale San Raffaele di Milano, nel corso del Convegno Internazionale di Bologna promosso dall’Associazione Italiana per lo Studio del Pancreas, ha ricevuto il premio “Fabio Giambruno”.

“La scarsa risposta al trattamento di questa neoplasia, molto verosimilmente, dipende anche dalla mancata identificazione del tipo di cancro del pancreas da trattare” – spiega l’oncologa Belli che, attraverso il dosaggio plasmatico della cromogranina e dei suoi frammenti mediante la metodica ELISA è riuscita a identificare due gruppi di pazienti con cancro del pancreas: quelli portatori di una cancro rapidamente evolutivo e quelli con una malattia meno aggressiva e che richiedono un trattamento più intensivo. La studiosa ha potuto osservare che bassi livelli di cromogranina intera ed elevati livelli plasmatici dei suoi frammenti si osservano nei pazienti portatori di un cancro del pancreas particolarmente aggressivo che risponde poco alla terapia e si accompagna a una ridotta sopravvivenza. Per questi pazienti bisognerebbe programmare un trattamento maggiormente aggressivo che migliorerebbe la loro sopravvivenza. L’Ospedale San Raffaele di Milano è la più importante struttura sanitaria italiana impegnata nelle ricerche e nel trattamento del cancro del pancreas.

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