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CARCERI | A SANTA MARIA CAPUA VETERE CONVEGNO “LEGALITÀ, RESPONSABILITÀ E GIUSTIZIA RIPARATIVA”. CIAMBRIELLO: OPPORTUNITÀ DI INCONTRO TRA DETENUTI E PARENTI DI VITTIME INNOCENTI DI CAMORRA

Giustizia riparativa, percorsi di confronto tra detenuti e parenti di vittime innocenti di camorra, strade ed esempi da seguire per rifarsi una vita “lontana dai reati” una volta scontata la pena ed usciti dal carcere. Di questo e di tanto altro si è dibattuto durante l’iniziativa “legalità, responsabilità e giustizia riparativa” promossa quest’oggi dall’associazione “La Mansarda” presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere nell’ambito del progetto “i mercoledì di evasione”. Dinanzi ad una folta platea composta da detenuti, volontari di associazioni del terzo settore che operano nell’ambito carcerario e da studenti della facoltà di Giurisprudenza dell’Università Vanvitelli di Caserta, con cui la struttura carceraria ha stilato un apposito protocollo d’intesa, ha aperto i lavori il Prof. Samuele Ciambriello, Garante campano delle persone private della libertà, che ha definito l’iniziativa “una opportunità per metabolizzare il dolore, il lutto ed anche per stigmatizzare la “mala-vita” che non è una madre premurosa o una madre severa. Le occasioni come questa sono opportunità di intercessione, di spazi protetti, luoghi d’incontro, non per il perdono giudiziale, ma una opportunità per effettuare una mediazione”.

Le testimonianze di Susy Cimminiello e Carmela Sermino, parenti di due vittime innocenti della criminalità organizzata, hanno, durante il dibattito, toccato le corde profonde e gli animi di chi era presente in sala. In Campania, ad oggi, sono 475 le persone morte per errore per mano delle organizzazioni camorristiche, secondo fonti che provengono dall’elenco Nazionale stilato dall’Associazione Libera in sinergia con la Fondazione Polis della Regione Campania. Un dato importante, se si pensa che in tutta Italia le vittime innocenti di organizzazioni mafiose si attestano intorno alle 1.000 unità. Da questi numeri il Prof. Ciambriello è voluto partire per sottolineare che sono in crescita “gli omicidi di criminalità comune ed i femminicidi che si registrano ogni anno. Da diversi anni invito, come presidente dell’Associazione “La Mansarda” e recentemente come Garante delle persone private della libertà personale, i familiari delle vittime innocenti della criminalità organizzata a portare la loro testimonianza negli istituti penitenziari, rendendo così possibile un incontro tra vittime e carnefici, un modo per parlare di giustizia riparativa e non un incontro di falso buonismo”. Così è successo oggi attraverso le testimonianze commosse della Cimminiello e della Sermino, due donne provate da quella che è senza dubbio una ferita insanabile, quale la perdita immotivata di una persona cara, ma che sono riuscite a metabolizzare il dolore per farne un messaggio di speranza e di riscatto da portare anche all’interno delle carceri, guardando negli occhi magari chi di reati simili a quelli subiti dai loro cari ne ha commessi in prima persona. Entrambe le donne c’hanno tenuto a sottolineare che, nonostante il dolore e le ingiustizie subite sulla propria pelle, sono consapevoli che la vita, anche per chi patisce il carcere, può offrire una seconda chance a chi ne abbia realmente interesse. In particolar modo Susy Cimminiello, in un passaggio toccante del suo intervento, ha detto di essere combattuta dal fatto di non sapere se stia facendo la cosa giusta nel portare la propria testimonianza in giro, non consapevole se “mio fratello (tatuatore ucciso a secondigliano dopo aver scatenato le gelosie di un tatuatore rivale, quest’ultimo con parentele negli ambienti malavitosi) sarebbe stato d’accordo o meno con questa mia scelta. Ma per me è un modo per affrontare al meglio quella che ritengo la mia seconda vita”. Presenti all’iniziativa anche la Direttrice del Carcere Elisabetta Palmieri che ci ha tenuto a sottolineare la sinergia positiva attivata con la “Università Vanvitelli di Caserta i cui studenti, attraverso un protocollo d’intesa apposito, fanno tirocinio all’interno del nostro penitenziario. L’Associazione “La Mansarda”- ha continuato la Palmieri durante il suo intervento – all’ interno delle iniziative sociali e di formazione che si svolgono in questo carcere riveste un ruolo importante perpetrato attraverso i propri operatori e volontari”. Per la Mansarda è intervenuta Dea Pisano, la quale ha specificato che “attualmente all’interno di questo penitenziario abbiamo in essere tre progetti: uno riguarda la genitorialità, uno che coinvolge i detenuti nel reparto psichiatrico Nilo ed un ultimo in sinergia con gli studenti dell’Università Vanvitelli”. Presenti al dibattito anche il Procuratore Capo della Repubblica Santa Maria Capua Vetere Maria Antonietta Troncone, l’Assessore Regionale alla sicurezza, politiche integrate di sicurezza e legalità ed ex Procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti ed il Magistrato di sorveglianza Marco Puglia. Roberti e Puglia hanno entrambi sottolineato, durante i propri interventi, l’importanza che riveste nella lotta alla criminalità organizzata il giusto riutilizzo dei beni confiscati alle mafie , da destinare a finalità sociali e di valorizzazione del territorio dove sono situati . Uno spazio finale è stato lasciato agli interventi dei detenuti presenti in sala che hanno raccontato la loro esperienza ,la propria voglia di riscatto ed anche le difficoltà che si possono incontrare durante un possibile percorso di cambiamento positivo , in un turbinio di emozioni e sensazioni positive che solo iniziative di confronto come questa possono scatenare .

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