ultimissime

Carola Rackete: “La Germania mi disse di portare i migranti in Italia”

Non si accenna a diminuire l’onda mediatica che ha travolto Carola Rackete, la capitana della Sea Watch che è stata definita dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini una “criminale” per aver violato la legge ed essere entrata al porto di Lampedusa. Intervistata dalla tv tedesca ha parlato della volontà del corrispettivo di Salvini, Horst Seehofer – lo stesso che aveva chiesto al nostro Paese di avere della cristianità nei confronti dei naugraghi  di registrare le persone a bordo della nave prima in Italia. Intervistata dalla tv tedesca Zdf, la Capitana è ritornata sui fatti  dello scorso fine giugno: “Quello che è interessante nel nostro caso è che, un giorno dopo che avevamo fatto il salvataggio, la città di Rottenburg si era dichiarata pronta a prendere i fuggiaschi. La città del Baden-Wuerttemberg era pronta anche a mandare un bus finanziato da donazioni ma l’operazione avrebbe dovuto ricevere un permesso”. Questo non ha avuto seguito perché appunto il ministro Seehofer ha chiesto – ed è un particolare che finora non si conosceva – che i migranti venissero prima registrati in Italia.

Secondo Carola non dovrebbe esserci un limite all’accoglienza dei Paesi UE, perché sarebbero proprio loro la causa della fuga dei profughi dalle loro terre: “La Germania e altri paesi europei hanno una responsabilità storica per la situazione attuale e per le strutture di potere che lì si sono create. Dobbiamo assumerci quindi la responsabilità di tirarli fuori dalla situazione in cui li abbiamo condotti”, ha dichiarato alla giornalista Dunja Hayali. Accusata da molti – compreso Salvini – di essere al fianco degli scafisti nella tratta delle vite umane, la Rackete ha risposto prontamente: “Sarebbe interessante chiedere ai migranti stessi che cosa ne pensano di questa teoria. Chiedergli perché fuggono. Le storie che ho avuto modo di ascoltare in prima persona raccontano di violenze, di schiavitù, di stupri. Credo sia questo il motivo per cui fuggono”. 

La Capitana – che ricordiamolo non è stata arrestata perché il GIP di Agrigento ha fatto cadere le accuse – ora rischia secondo la legge italiana fino a 10 anni di carcere e una multa di 1 milione di euro per la sua nave. Alla domanda se rifarebbe tutto ha detto: “Abbiamo bisogno di navi che portino avanti i salvataggi. Statisticamente meno navi ci sono più persone muoiono e il programma Frontex vuole in questo momento aumentare i droni invece delle navi, ma i droni non possono salvare nessuno”. E se dovesse ripartire, non ha dubbi: “Se manca un capitano e non c’è nessuno pronto a salpare, allora sì, partirò senza dubbio”.

Potrebbe piacerti...