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Coronavirus: aumentano i contagi ma non si ferma niente

Il coronavirus si sta lentamente ripresentando in tutte le parti d’Italia e nelle ultime 24 ore solo una regione, la Valle d’Aosta, ha fatto registrare zero nuovi casi. I positivi sono 306, complice il numero di tamponi, oltre 60 mila dopo molti giorni ben al di sotto. Le vittime sono 10, meno della media di luglio, ma preoccupano i focolai che si accendono lungo tutta la penisola.

E per il tracciamento degli infetti non sembra potersi contare sulla App Immuni, scaricata dal 12% dei possessori di smartphone tra i 14 e i 75 anni (4,3 milioni di persone), secondo il ministro dell’Innovazione Paola Pisano. Secondo uno studio dell’Università di Oxford, dei mesi scorsi, la soglia per una piena efficienza dell’app era fissata al 60%.

I nuovi positivi odierni, dati dell’Ansa, sono 82 in Lombardia, solo il 26,7% del totale, ma secondo la Fondazione Gimbe la regione più colpita dal Covid ha ancora il 57% dei malati, i cosiddetti ‘attualmente positivi’ (6 infetti su 10). L’andamento del contagio rimane costante in Italia, secondo lo studio indipendente: nella settimana dal 15 al 21 luglio ci sono stati 1.408 nuovi casi, un trend “stabile rispetto alla settimana precedente”, ma con meno tamponi effettuati. In 8 regioni i casi sono in riduzione, in 11 in aumento e in 2 sono stabili. Spiccano l’incremento in Veneto (+172) e il calo in Lombardia (-184), moderati aumenti in Liguria (+44), Toscana (+30) e Campania (+28), diminuzione nel Lazio (-46) e in Piemonte (-35).

Il problema sono i nuovi nuovi focolai e i ‘casi di rientro’ dall’estero. Tra i primi si segnalano quello in una residenza per anziani a Bologna con 15 casi e quello di Rovereto, in Trentino, con altri 24 positivi dopo i 16 del giorno prima, una situazione che non riguarda più solo il corriere espresso Brt. Tra i casi di rientro invece si registrano due badanti tornate in pullman a Roma dalla Romania – tra i Paesi più colpiti nelle ultime settimane -, che portano a 12 sui 26 odierni nel Lazio gli infetti di ‘importazione’. Nuovo cluster anche in Molise: contagiati 7 venezuelani, 5 dei quali arrivati dalla Serbia.

Se il governo pensa di prorogare lo stato d’emergenza sanitaria al 31 ottobre, i presidenti di Regione – sei dei quali in campagna elettorale – valutano nuovi provvedimenti per arginare movida e assembramenti. In Campania Vincenzo De Luca ha pronta un’ordinanza per la chiusura dei negozi in cui non si indossano le mascherine. “Sono preoccupatissimo – dice – a settembre con la ripresa delle scuole si rischia la ripresa del contagio e a quel punto si dovrà chiudere tutto”. Il lockdown “può esserci in aree dove si sviluppano focolai – afferma il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri -, ma si tratterebbe di lockdown chirurgici”. Sileri non ritiene il trend preoccupante, ma l’infettivologo Stefano Vella della Cattolica di Roma teme che “se i focolai diventano tanti, i servizi sanitari territoriali potrebbero andare in difficoltà”.

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