“Stiamo osservando una maggiore riluttanza da parte degli assistiti verso la vaccinazione anti Covid rispetto a tutte le dosi. Ed è prevedibile, anche da quello che percepiamo dai pazienti, una minore adesione verso la quarta dose nella popolazione che potrà farla”. Queste le parole di Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici famiglia (Fimmg), all’Adnkronos.
“Lo abbiamo già visto per gli immunodepressi. Il pericolo è di avere un autunno ad alto rischio, peggiore degli altri, alla luce delle varianti, della stanchezza degli italiani, distratti da molti altri problemi, e da una copertura vaccinale che si riduce”, ha aggiunto sottolineando come la pandemia preoccupi meno gli italiani.
“Recenti indagini – ha spiegato – collocano il Covid, tra i problemi su cui pongono attenzione gli italiani, tra il decimo e il ventesimo posto, mentre la guerra è tra i primi, seguita dai problemi energetici, economici, politici”.
L’esperto ammonisce che “nel momento in cui quindi cala la tensione sul tema, la comunicazione si concentra su elementi diversi da quelli della scienza o i messaggi non sono chiari, si ha una ripercussione anche sull’adesione vaccinale”.
Scotti ha detto ancora che “la fine dell’emergenza non significa fine della pandemia, questo forse non sempre è stato recepito”.
L’aumento di nuovi contagi si accompagnerà “alla riduzione dell’efficacia protettiva dei vaccini e alla scarsa adesione delle popolazioni che ancora devono completare il ciclo o fare il secondo booster”.
“Con queste premesse – ha concluso Scotti – potremmo avere una stagione davvero complicata, forse la più complicata”.