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Ddl Zan: il Senato affossa la legge

Affinché un disegno di legge diventi legge è necessario che il suo testo sia approvato dai due rami del Parlamento (Camera e Senato). Il Ddl Zan aveva già ricevuto l’approvazione della Camera e doveva dunque essere discusso e votato (articolo per articolo) in Senato.

Ieri 27 ottobre, l’aula di Palazzo Madama ha votato l’applicazione della cosiddetta “tagliola”.
Si tratta di una procedura, prevista dall’art. 96 del regolamento del Senato, che consente di votare per decidere di non passare all’esame degli articoli di un Ddl e quindi bloccarne l’iter.

Con 154 voti favorevoli, 131 contrari, 2 astenuti e 28 assenti, il Senato ha approvato la proposta – avanzata da Lega e Fratelli d’Italia – di non passaggio all’esame degli articoli della legge e sancendo la “bocciatura” del Ddl Zan.La votazione è avvenuta a scrutinio segreto, quindi con voto anonimo.

Di chi è la “colpa”?

Dalla votazione è possibile evidenziare che i soli esponenti della coalizione di centro destra (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia) non siano stati gli unici a bloccare il disegno di legge, visto che da soli non avevano i numeri necessari per farlo.

Quindi il risultato suggerisce che qualche esponente, anche della sinistra, abbia “tradito” la linea che il suo partito stava seguendo per schierarsi contro il Ddl Zan. Le responsabilità probabilmente vanno ricercate tra i gruppi di Italia Viva, 5 stelle ed il gruppo misto.

Il Ddl Zan, approvato dalla Camera il 4 novembre 2020, si riallacciava alla legge Mancino. Quest’ultima contrasta  reati di razzismo e prevede il carcere da 1 ai 4 anni per chi istiga alla violenza omofobica, intervenendo sull’articolo 604bis del codice penale. Inoltre, questa legge mirava a diffondere una cultura della tolleranza. In particolare era prevista l’istituzione di una data italiana (il 17 maggio), come “Giornata nazionale contro l’omofobia, le lesbofobia, la bifobia e la transfobia”.

A cura di Vincenza Volpe

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