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DECLUTTERING: COME ELIMINARE IL SUPERFLUO

“Le cose che possiedi alla fine ti possiedono”. Così dice Tyler Durden, interpretato da Brad Pitt, a Jack, interpretato da Edward Norton, nel film Fight Club. Sarà vero? Decenni di consumismo effettivamente sono alla base di questa dinamica malata?
Nel dubbio possiamo iniziare a seguire la tendenza degli ultimi tempi di liberarsi degli oggetti superflui: il decluttering.

Il decluttering è una pratica volta a mettere in ordine, a trovare il posto giusto agli oggetti e a liberare gli spazi dalle cose inutili così da vivere al meglio la vita quotidiana, creare armonia in casa e nella mente, riducendo stress e perdite di tempo.

Siamo talmente abituati a riempire le nostre case di oggetti che neanche ci rendiamo più conto se quelle cose ci servono davvero o no, se continuano a rappresentare qualcosa per noi o meno.
Decidere di fare decluttering è sì opportuno ma non è un cambiamento facile perché tutto può sembrare necessario o legato a un ricordo nonostante, a ben vedere, non è affatto così.
Superata la fase iniziale, magari immaginando lo spazio in più a disposizione per sé, tutto diventa più facile.

Sicuramente per poter agire in modo efficace bisogna seguire un metodo preciso, altrimenti si rischia di perdersi nel caos e finire semplicemente a spostare gli oggetti senza arrivare a niente.
A questo proposito già da circa dieci anni la giapponese Marie Kondo, prima col suo famoso libro “Il magico potere del riordino” e poi con una serie tv su Netflix, ha ispirato una sorta di nuovo minimalismo che può esserci utile per iniziare.
Il suo modo di fare decluttering innanzitutto prevede di procedere per categorie e non per stanze. Gli oggetti si metteranno su un lenzuolo per terra ben visibili e si sceglieranno soltanto quelli che servono e che danno sensazioni positive. Il resto si sistema nei sacchi e si smista donando, vendendo o buttando. Gli oggetti scelti si riorganizzeranno negli appositi spazi nel migliore dei modi.

Per ogni oggetto che ci si trova davanti bisogna porsi delle domande: perché lo stiamo ancora conservando? Come ci fa sentire l’idea di non averlo più a disposizione?
Per esempio guardando i vestiti nell’armadio la prima domanda è “quante volte ho indossato questo capo?”. Se si ha tempo e si vuole una risposta certa basta rivolgere tutte le grucce verso l’esterno, dopo cinque o sei mesi vedere quali sono state spostate verso l’interno. I vestiti sulle grucce rivolte verso l’esterno sono quelli che non sono mai stati indossati e che quindi vanno eliminati.

Una sfida di decluttering arriva da TikTok dove spopola la famosa “30 day challenge”. In pratica ogni giorno per 30 giorni si regala, si butta o si vende qualcosa che non serve più. Si inizia il primo giorno del mese con un oggetto, poi il secondo con due oggetti, il terzo con tre e via così fino ad arrivare alla fine del mese con trenta oggetti di cui fare a meno.

Insomma con meno si vive meglio, questo pare essere il messaggio comune. Allora via scartoffie inutili, vecchie riviste, soprammobili orribili, roba rovinata o rotta, vecchi giochi, tutto ciò che non piace più e non serve più.
Fare decluttering vuol dire anche avere uno stile di vita più sostenibile riducendo gli sprechi, di conseguenza anche l’ambiente ne trarrà beneficio. Gli oggetti superflui avranno una nuova vita: verranno regalati a chi ne ha più bisogno, riciclati, venduti e, solo in ultima analisi, buttati.

Togliere le cose non necessarie in casa consente di avere spazi più puliti, più organizzati, più ampi con vantaggi che si rifletteranno persino in un nuovo ordine mentale, in una maggiore serenità, in un nuovo modo di vivere la quotidianità. Un ambiente più minimal e meglio organizzato stimola la creatività e allontana l’ansia.

Non dimentichiamo che siamo nell’era del digitale perciò, oltre agli oggetti materiali, esistono anche file di ogni tipo e genere che, accumulati nel tempo, vanno a intasare computer e smartphone.
Il digital decluttering è ormai indispensabile per lavorare meglio e per utilizzare velocemente ed efficientemente i dispositivi digitali.
Trasferire foto, video, documenti personali a cui siamo più legati su un hard disk con una memoria ampia è il primo passo per liberare spazio utile sul PC.
Per lo smartphone, invece, basta eliminare le app che non si utilizzano mai o che non servono più e organizzare il resto in poche cartelle. Mentre lasciare attive solo le notifiche che realmente ci interessa ricevere eviterà di farci perdere tempo e attenzione.
In ultimo non dimentichiamo di eliminare dai nostri contatti account e persone che in qualche modo ci infastidiscono o non ci interessano.

Una volta affrontato e finito il decluttering di ambienti e dispositivi non resta che gestire e mantenere nel tempo i frutti di questo rinnovamento, godendosi la serenità e la tranquillità mentale che ne derivano.

Rosalba Carchia

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