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Di Maio: «quando si tratta qualcosa si lascia e qualcosa si prende»

Negli scorsi giorni il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio aveva concesso un’intervista al Corriere della Sera in cui parlava della legge elettorale e dell’incontro che ci sarebbe stato lunedì.

Gli esponenti del M5S ancora stamane continuavano a twittare e a scrivere su FB che l’incontro con il PD si sarebbe tenuto oggi alle 15, mentre la Serracchiani  aveva già parlato di incontro saltato.

La conferma ufficiale dell’annullamento arriva in mattinata dal capogruppo Pd a Montecitorio, Roberto Speranza, con una lettera alla presidente della Camera, Laura Boldrini.

«Cara presidente – vi si legge – le scrivo per informarla che il previsto incontro di oggi tra la delegazione del Pd e quella M5S non si terrà. Il Pd considera questo confronto molto serio ed importante per il dibattito democratico nel nostro paese e per dare più forza al percorso delle riforme. Proprio per queste ragioni riteniamo imprescindibile che tale confronto possa svolgersi solo dopo che saranno pervenute formali risposte alle questioni indicate nel giorni scorsi dal Pd».

Appena dopo viene annunciata a più voci una conferenza stampa del M5S alle 12, trasmessa sul blog di Beppe Grillo.

Nella sala stampa della Camera, Luigi Di Maio, affiancato da Danilo Toninelli e dai capigruppo di Camera e Senato Paola Carinelli e Vito Petrocelli ha affrontato i giornalisti dimostrando rammarico per l’annullamento dell’incontro con il PD.

Alla mancanza di risposte ufficiali considerata dal PD motivo per annullare l’incontro, il M5S aveva ribadito che Di Maio aveva risposto nell’intervista al Corriere della Sera a tutti i  punti della questione.

Di Maio ha nuovamente affermato, durante la conferenza, di aver avuto conferma dell’appuntamento di oggi dal vicesegretario del  PD Lorenzo Guerini, e di come  questo annullamento sia il segno di una notevole confusione della maggioranza.

Vengono sottolineati poi alcuni punti chiave per la legge elettorale su cui il M5S sembra non transigere: La presenza di preferenze nelle liste, la impossibilità per i pregiudicati di candidarsi e il divieto candidature plurime.

Il tutto, a fine trattativa, dovrà poi essere ratificato dagli iscritti al Blog di Beppe Grillo, dagli stessi che avevano partecipato alle consultazioni per la proposta del “democratellum”.

Di Maio fa notare la consapevolezza che il M5S ha acquistato che quando si partecipa a un tavolo di trattativa bisogna “prendere qualcosa e lasciare qualcos’altro”, dimostrando conclusa  precedente fase politica dei grillini, che non intendevano lasciare niente a nessuno nell’attesa di conquistare il 51%.

Le elezioni europee hanno portato i rappresentanti del Movimento ad avere ben più miti pretese, aprendosi all’universo politico che prevede mediazioni e trattative.

Alle domande dei giornalisti sul perché il M5s non abbia risposto per iscritto ai punti posti dal PD, ma abbia affidato alla stampa le proprie posizioni Di Maio risponde critico:  «A me far saltare un tavolo perché non sono scritte (le risposte) in maniera corretta sembra una perdita di tempo».

Fa notare poi che per l’incontro con l’altro interlocutore, Berlusconi, avvenuto giorni fa, non si è badato a certe cose, e che dell’incontro non esiste una diretta streaming, per cui nessuno conosce i contenuti del dialogo intercorso tra i leader del PD e di Forza Italia.

In realtà ai più sembra  singolare considerare un’intervista alla stregua di una risposta ufficiale, e in realtà questo “non incontro” sembra il frutto di uno strano minuetto di due avversari politici che continuano a guardarsi a distanza e a prendere tempo.

Un temporeggiare che non fa sicuramente bene alla fiducia dei cittadini riguardo alle istituzioni e alla classe politica da cui sono rappresentati.

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