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DIMARO. SGARBI IN VESTE DI CICERONE ILLUSTRA 80 CAPOLAVORI AL PRESIDENTE DE LAURENTIIS VISITA SPECIALE ALLE OPERE DI FAMIGLIA ESPOSTE A CASTEL CALDES SINO AL 3/11.

Due ore a scoprire l’arte del periodo compreso tra il XV e il XIX secolo attraverso gli 80 capolavori di Vittorio Sgarbi e della sua famiglia, esposti sino al 3 novembre a Castel Caldes – in Val di Sole, poco lontano dal ritiro del Napoli a Dimaro Folgarida -, nella mostra da Niccolò dell’Arca a Francesco Hayez. Un’esposizione unica che rivela la storia di una infinita e appassionante caccia amorosa ai capolavori da parte di chi oggi è considerato il maggior esperto al Mondo dell’opera artistica tra il ‘400 e il ‘700.

La visita è stata un emozionante percorso lungo quattro secoli, che ha visto Sgarbi in veste di anfitrione accompagnare il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis con la signora Jacqueline, il presidente dell’Apt Luciano Rizzi, Andrea Chiavelli, il sindaco Antonio Maini e un nutrito numero di appassionati. Due ore a scoprire quell’atmosfera intima propria di una collezione privata, frutto dell’appassionata caccia amorosa di Vittorio Sgarbi, svolta in tandem con la madre Rina Cavallini, la quale ha acquistato le opere in numerose aste in ogni angolo del mondo. In una cornice di arte profana e a tema sacro.

Nel castello finemente restaurato – e dotato di una cappella affrescata – i visitatori sono accolti da un’opera di Paolo Vallorz, di proprietà di Vittorio Sgarbi. Un omaggio voluto all’artista di casa, la cui pittura è definita dal critico umana, troppo umana, vibrante, vera. Perché ciò che interessa a Vallorz non è dipingere l’aspetto delle cose, l’apparenza e i paludamenti dei corpi, ma il respiro, il calore gli umori…. Vallorz è di Caldes. E parla la lingua di questi luoghi, vede questi cieli e questi alberi, queste mele e queste pere, queste pesche e il cielo temporale in Val di Sole. Ha portato la sua valle nel cuore anche a Parigi, vedendo nella Senna i cieli della val di Sole. Nessuna costruzione, nessuna ideologia, nessuna storia. La vita, sola la vita. Perché la vera pittura è estranea a ogni teoria. Altra icona sono alcuni ricordi e filmati legati alla casa di Ro Ferrarese dove sono stati riuniti quarant’anni di appassionata attività Collezionistica tra dipinti e sculture dal XV al XIX secolo di fatto divenuti una antologia capace di illustrare l’identità di una collezione idealmente senza confini, aperta a molte curiosità coincidenti con temi di studio sperimentati e altri del tutto nuovi.

E poi spazio ai capolavori capaci di affascinare. La mostra si apre con una emergenza assoluta del Rinascimento italiano – come l’ha definita Sgarbi – ovvero il San Domenico in terracotta modellato nel 1474 da Niccolò dell’Arca e collocato in origine sopra la porta della vestiaria nel convento della chiesa di San Domenico a Bologna, dove tra il 1469 e il 1473 l’artista attese all’Arca del santo da cui deriva il suo pseudonimo. Immagine potente, intensa, di estremo vigore naturalistico, il busto rivela l’impareggiabile capacità del maestro pugliese di infondere la vita alle sue figure, così vere che paiono respirare. E ancora riporta tracce dell’antica doratura. Gli ospiti sono rimasti affascinati dalle spiegazioni di Sgarbi capace di mostrare persino l’impronta di un dito lasciato dall’artista nel creare il capolavoro.

Non meno affascinanti i capitelli in marmo di Domenico Gagini, le terrecotte di Matteo Civitali e Agostino de Fundulis, e una straordinaria raccolta di preziosi dipinti, perlopiù su tavola, eseguiti tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento: ai pittori nati o attivi a Ferrara – Boccaccio Boccaccino, Giovanni Battista Benvenuti detto l’Ortolano, Nicolò Pisano, Benvenuto Tisi detto il Garofalo – si affiancano autori rari come Antonio Cicognara, Liberale da Verona, Jacopo da Valenza, Antonio da Crevalvore, Giovanni Agostino da Lodi, Nicola Filotesio detto Cola dell’Amatrice, Johannes Hispanus, Bernardino da Tossignano, Bartolomeo di David, Lambert Sustris. Intenso quindi il focus sulla scuola ferrarese proposto da Sgarbi sino agli inizi del XVII ma contestualmente non meno apprezzati dagli ospiti sono i capolavori della pittura italiana del Seicento. Da citare, tra gli altri, la Cleopatra di Artemisia Gentileschi, la Maddalena scortata dagli angeli di Pier Francesco Mazzucchelli detto Morazzone, il San Girolamo di Jusepe Ribera, e il Ritratto di Francesco Righetti di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino. Quest’ultimo dipinto – “rientrato a casa” nel 2004 dopo essere stato esposto per anni al Kimbell Art Museum di Fort Worth, in Texas – si pone al vertice di una straordinaria galleria di ritratti che compendia lo sviluppo del genere dall’inizio del Cinquecento alla fine dell’Ottocento, tra pittura e scultura, da Lorenzo Lotto a Francesco Hayez.

Altrettanto avvincente è il percorso tra dipinti da stanza di tema sacro, allegorico e mitologico del Seicento e Settecento, che presenta una selezione di sorprendente varietà, e di alta qualità, che riflette gli interessi sconfinati e la frenesia di ricerca del collezionista, con maestri della scuola veneta, emiliana, romana e toscana.

Con questa mostra Castel Caldes – oggi divenuto quinta sede al Museo del Buonconsiglio – si lega direttamente allo storico maniero di Trento dove è esposto, sino al 3 novembre, il capolavoro di Giovanni Prata dal titolo “Salomè” (1518 circa, olio su tela, 83 x 72 cm). Sempre della Collezione Sgarbi – Cavallini.

L’esperienza di visitare la Mostra – eccezionale questa settimana per la presenza di Sgarbi in vesta di cicerone – è però a disposizione dei turisti in vacanza in Trentino. E merita proprio una vista. Anche con la particolare formula del Trentino dei Castelli tutti i sabati dal 20 aprile al 14 settembre 2019 prevede un affascinante viaggio nella storia e nell’arte, dal Castello San Michele e Castel Caldes in Val di Sole, alla residenza privata di Castel Valer, fino al maestoso Castel Thun in Val di Non, in compagnia di guide esperte. Il tutto con partenza alle 8.10 dalla stazione Trento Malè nel capoluogo (a fianco della stazione Fs) e rientro alle 19.10. INFO: www.valdisole.net | www.iltreninodeicastelli.it

 

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