27MILA ASPIRANTI DEPUTATI E SENATORI PER IL MOV 5 STELLE. SAGGEZZA E CAZZIMA PER RIDARE SENSO ALLA POLITICA E PARTECIPAZIONE AI SINGOLI CITTADINI.

I guardiani culturali di destra e sinistra, gli esperti di comunicazione, masse e potere, ci dicono che le autocandidature arrivate al Mov 5stelle per diventare deputati e senatori siano scelte irrazionali e ingovernabili. Io non condivido.
Accanto alla leggerezza e al sogno di migliaia di persone, accanto alla superficialità di considerarsi classe dirigente per chi non ha esperienze nemmeno di gestione del condominio, io credo ci sia la “saggezza e la cazzima” di chi comprende che per ridare passione e significato alla politica occorra passare attraverso la condivisione di significati comuni, di forme comuni di partecipazione. L’autocandidatura come identità personale che diventa produzione sociale. Grillo e soci hanno capito che la persona “che si candida” diventa l’oggetto primario della comunicazione, trasformandosi essa stessa in messaggio. E questa globalizzazione del messaggio della “nuova politica”, “nuovo modo di scegliere i politici” diventa il messaggio innovativo della prossima campagna elettorale, lo strumento per cercare consenso di porta in porta. La vera rottamazione!  E’ una prova di democrazia, un argine all’astensionismo, una scelta come dicono i promotori di “apertura alle persone di buona volontà.”

Certo migliaia di sconosciuti,tra i tanti attivisti che tentano l’impresa, spuntano giornalisti, attrici, architetti, ostetrica, operaio, docenti, sociologa, fino alla speaker radio, l’ondata di «società civile» che sale a bordo della nave di Grillo. Il potere della politica, del posto in politica, la politica del potere!

Poi arriveranno le Parlamentarie, i regolamenti, le delusioni per le esclusioni, gli eventuali ricorsi.

Ma Grillo ha messo in moto risorse ideali, culturali, organizzative ed ideative affinché il suo Movimento possa svolgere un ruolo da protagonista nei processi politici in corso, per valorizzare un progetto di democrazia rappresentativa, così come essa è venuta a definirsi nell’epoca della rete.

E gli altri partiti? Quali metodi di scelte per le candidature? Come partecipano iscritti e simpatizzanti? Come decidono i territori per i candidati di collegio?

Per il momento vecchi metodi, scelte calate dall’alto, zombie e vecchie cariatidi in campo, senza idee o con progetti obsoleti. Possibile che le vecchie cariatidi che ormai sorreggono il nulla politico giochino ancora all’obsoleto gioco Destra-Centro-Sinistra su cui per anni si è retta l’ingannevole geografia politica? Ancora nominati dalla corte suprema delle segreterie dei partiti e delle correnti? Testa lenta fedeltà veloce!

Agli elettori l’ardua sentenza per capire se questa è stata una scelta solo per far rumore, sapendo che non sempre la quantità di partecipazione si trasforma in qualità. Ma la scelta “innovativa” della autocandidature non la mettiamo sotto il segno della banalità e delle cose scontate che faranno confusione. Sicuramente è una “protesi politica” post astensionismo, una estensione della democrazia diretta, per ascoltare i bisogni delle persone, che ha sempre i suoi pregi e i suoi difetti. Come diceva Iannacci: ci vuole orecchio.

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